Mes, Meloni a Porta a Porta: "L'Italia non lo ratificherà, posso firmare col sangue"

Il premier Meloni fa orecchie da mercante in riferimento alle critiche di Italia Viva e di Cristine Lagarde e afferma di non voler ratificare il MES

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni prende una posizione netta in riferimento alla questione del Mes e afferma di "non volerlo ratificare nemmeno col sangue", già tre giorni fa, dopo l'aumento dei tassi da parte della BCE, era scattata immediatamente la polemica sulla mancanza di volontà da parte del Ministro Giorgetti a voler ratificare il MES e sulla questione era intervenuta anche Cristine Lagarde che aveva avvertito l'Italia come la ratifica del Mes fosse vincolata anche all'accesso all'Omt (Outright monetary transactions).

Mes, Meloni a Porta a Porta: "Deciderà il Parlamento"

Poi Giorgia Meloni, intervenuta a Porta a Porta ha dichiarato che quello che la spaventa di più è deludere le persone in quanto la sua azione politica influisce nella vita quotidiana e nell'economia delle famiglie. Dunque lei spera di fare cose giuste e afferma che il coraggio non le manca: "Quello che ci è mancato è stato l'ottimismo, un po' di sano orgoglio. Ma gli italiani non si aspettano che tu faccia miracoli, sanno che la situazione è difficile ma si aspettano che quello che fai non lo fai per condizionamenti o perché devi qualcosa a qualcuno, ma perché fai quello che è giusto. Io intendo fare quello che è giusto nell'interesse della nazione".

Poi la premier ribadisce sul Mes: "L'Italia non accede al Mes, lo posso firmare col sangue". La riforma del Mes "non è un grande tema ne discuterà il Parlamento. Ma non è uno strumento utile. Non è mai stato utilizzato da nessuno, le condizionalità sono troppo stringenti. Il MES è un creditore privilegiato e questo comporta un problema sui titoli di stato "Se siamo gli unici che non approvano la riforma blocchiamo anche gli altri". "Se si approverà la riforma o no", assicura, l'Italia comunque non chiederà l'accesso al meccanismo".

Meloni e il tetto al prezzo del gas. La premier poi passa ad affrontare il price cap a 180 euro. Che è "un'assicurazione che abbiamo contro le impennate della speculazione. Il tetto è alto ma devo dire che la proposta della Commissione Ue era a 275, siamo arrivati a 180, la proposta italiana era a 160 quindi il risultato è molto vicino alla nostra proposta", spiega nella registrazione di 'Porta a porta', in onda su Rai1 in prima serata. E mostrando un grafico ha parlato degli effetti dopo l'approvazione del tetto: "Il fatto che la Ue dica non accetteremo eccessivi rialzi ha un effetto calmierante, oggi abbiamo il prezzo del gas è sotto i 100".

Giorgia Meloni interviene anche sul reddito di cittadinanza affermando che non si piò pretendere che le persone rifiutino il lavoro dignitoso ma che non sia un lavoro dei sogni e, nel frattempo, prendano il reddito pagato con chi paga le tasse non facendo il lavoro dei sogni. E sui migranti invece la premier ha sempre la stessa idea: "Arrivano in Italia quelli che hanno soldi da dare agli scafisti".