20 Dicembre 2022
fonte imagoeconomica
Giorgia Meloni vuole chiarire immediatamente gli obiettivi del governo e fa presente che l'Italia avrà la sua legge di bilancio entro il 31 dicembre 2022: ne è convinta. "Chi evoca l’esercizio provvisorio, cerca l’esercizio provvisorio. Per quanto ci riguarda andiamo avanti e mi sento di garantire che ci sarà la legge di Bilancio nei tempi previsti".
Non ha dubbi Giorgia Meloni, nonostante gli scontri dell'ultimo minuto con Bruxelles per una cosa ormai superata da tempo: la riforma sul pagamento elettronico e obbligo del pos sopra i 30 euro. Ma poi Meloni ha dovuto anche toccare l'argomento caldo della dote del Parlamento: 400 milioni abbassati a 200, giusto perché il paese è in crisi. 100 milioni, il 50% del totale, andrà alle modifiche dei gruppi di maggioranza e la restante metà ai parlamentari delle opposizioni.
I lavori sono proseguiti ad intermittenza e la commissione di Montecitorio, oltre alla conferenza dei capigruppo hanno, in sostanza, fatto una fumata nera, perché a parte la dote del Parlamento vi sono anche altri i motivi di scontro.
Dalle trattative di maggioranza e opposizione non è stato guadagnato nemmeno un passo avanti e, sicuramente, se Giorgia Meloni ha deciso di arrendersi sulla riforma dell'obbligo del Pos è stato per l'intervento di Bruxelles, non certo del Pd.
Nel frattempo, sono continuati ad arrivare emendamenti dai vari ministeri, complicando l’opera di sintesi che dovrebbe portare al via libera del provvedimento da parte della commissione guidata dal forzista Giuseppe Mangialavori.
Eppure gli incolmabili ritardi circa l'iter approvativo del provvedimento da parte della commissione Bilancio alla Camera.ci sono e sono evidentissimi e le riforme volute dal governo Meloni che non piacciono all'opposizione pure: tra queste indubbiamente le intercettazioni. Tolte dalla disponibilità dei magistrati e delle indagini indipendenti della magistratura, diventano una vera e propria arma nelle disponibilità dei servizi segreti e dell'intelligence. Secondo la bozza, emendata nella notte dai presenti al tavolo di governo, sarebbero prorogabili di 20 giorni in 20, i dati saranno distrutti entro sei mesi, i costi dell’attività di indagine non saranno più sostenuti dal ministero della Giustizia. Lo scenario è apocalittico. Il M5s e il Pd sono già sul piede di guerra. Persino l'ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha denunciato: "Attenzione all’emendamento sulle intercettazioni preventive che le sgancia da ogni ancoraggio alle intercettazioni investigative, ponendole sotto il controllo politico con la scusa del finanziamento Mef! Stato di polizia?".
La notte ha visto la prosecuzione dei lavori, andata avanti son poche battute d'arresto: è una corsa contro il tempo per poter presentare il documento oggi a Montecitorio. Il passaggio è cruciale e, visti i tempi, la tensione è altissima.
Se si dovesse riuscire a superare l'ostacolo, il testo passerebbe al Senato per l’approvazione finale nella settimana tra Natale e il 31 dicembre. A rallentare la corsa a ostacoli della manovra concorrono i contenuti di alcuni emendamenti del governo, che sollevano le proteste dell’opposizione.
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