02 Dicembre 2022
Il governo di Giorgia Meloni cade dalla bicicletta. A fronte di oltre 100 ciclisti morti per incidente nel 2022, tra cui Davide Rebellin, l’esecutivo azzera 94 milioni di euro di fondi destinati alla realizzazione di piste ciclabili urbane per il biennio 2023-2024. Il provvedimento è inserito nella nota integrativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al testo finale del disegno di legge Bilancio 2023.
L’azzeramento delle risorse destinate alle piste ciclabili urbane riguarda i residui 94 milioni di euro (47 per il 2023 e altrettanti per il 2024) su 100 totali previsti dal Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane istituito con la legge di Bilancio 2020, ai tempi del governo Conte II, e non ancora assegnati. La cancellazione dei fondi per le ciclabili riguarda i “rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni delle dotazioni previste a legislazione vigente” del bilancio pluriennale di previsione dello Stato per il triennio 2023-2025 allegato alla manovra di fine anno.
La decisione arriva in concomitanza col dossier “L’Italia non è un Paese per bici” a cura di Clean Cities, Fiab, Kyoto Club e Legambiente, che traccia un quadro poco lusinghiero del nostro Paese sul piano della ciclabilità, con una rete di piste decisamente inferiore rispetto al contesto europeo. “Per colmare il gap con gli altri Stati europei servirebbe quadruplicare i chilometri di percorsi ciclabili, per una spesa complessiva di 3,2 miliardi di euro da qui al 2030, ossia 500 milioni l’anno”, spiega Claudio Magliulo, autore del rapporto. “E invece assistiamo perfino alla cancellazione dei pochi fondi disponibili. È una proposta inaccettabile che ci riporta indietro di decenni. Occorre correggerla immediatamente in Parlamento”. Trattandosi di un disegno di legge c’è ancora la possibilità di un passo indietro prima della conversione definitiva. Ma la decisione, che inguaia soprattutto i Comuni, pare essere stata presa. E le risorse per le piste ciclabili sembrano destinate a scomparire.
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