Martedì, 21 Ottobre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Armi all'Ucraina, il governo ci riprova: fallito il blitz sugli aiuti militari, domani il CDM deciderà decreto ad hoc

Domani si riunirà il CDM per decidere un nuovo decreto ad hoc che vedrà un sesto invio di armi entro gennaio 2023

30 Novembre 2022

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (fonte: lapresse)

Ieri è fallito il blitz del governo per inviare il testo pacchetto di aiuti militari a Kiev che ha causato anche la reazione dell'ambasciata russa in Italia. Domani però il governo si riunirà in Consiglio dei Ministri per prorogare fino al 2023 le forniture. La battaglia per coloro che non vogliono inviare armi all'Ucraina e vorrebbero invece che la diplomazia si concentrasse di più a sedersi al tavolo del negoziato, avrà ancora molta strada dinanzi a sé. Infatti servirà un decreto ad hoc per inviare le armi a Kiev ma ciò potrà essere fatto soltanto a gennaio 2023.

Armi all'Ucraina, il governo ci riprova: domani nuovo decreto ad hoc

Giorgia Meloni si è dichiarata atlantista e ha intenzione di dimostrarlo ai suoi partner d'oltreoceano: un invio di armi, benché minimo, potrebbe essere significativo per le relazioni internazionali e così dovrà per forza rimediare al pasticcio per lamentare di centro-destra. Il ritiro dell'emendamento che serviva a dare copertura giuridica all'invio di armi all'ucraina infatti era dovuto appunto sulla base della legge non era proprio possibile infilare all'interno di una manovra dei soldi impiegati per l'acquisto di materiale balistico e militare destinati a uno stato estero.

È naturale però che il ritiro dell'emendamento è stato motivato soprattutto dalla forte opposizione parlamentare: prima di tutto il MoVimento 5 stelle che ha cercato di fermare la modalità con cui veniva elaborata la legge di bilancio. Sarebbe stato peggio per Giorgia Meloni se ci si fosse impantanati sulla legge di bilancio in questo momento visto che se quest'ultima non dovesse ottenere l'approvazione di dicembre, si rischia l'esercizio provvisorio. Arrivati a questo punto il decreto ad hoc diventa d'obbligo.

Armi all'Ucraina, il governo ci riprova: l'opposizione è innervosita

Anche i rossoverdi si arrabbiano pesantemente scatenando anche la reazione del partito democratico. Come hanno infatti dichiarato Simona Malpezzi e Alessandro Alfieri: "Il Partito democratico ha sostenuto da subito il diritto dell'Ucraina a difendersi dall'invasione russa e continueremo a farlo nel 2023. Riteniamo, tuttavia, che sia un errore presentare la proroga degli aiuti con un emendamento, oltretutto dei relatori e non del governo, a un decreto in conversione".
Di più: "È del tutto evidente che servirebbe un provvedimento ad hoc assunto dall'esecutivo. Per questo chiediamo che l'emendamento venga ritirato e che si segua la linea che abbiamo sempre mantenuto dal marzo scorso: un decreto specifico con successivo passaggio alle Camere, almeno trimestrale, dei ministri competenti". 

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x