22 Novembre 2022
La manovra da 32 miliardi ieri ha ricevuto il via libera da Consiglio dei ministri. Una legge di bilancio mirata “a famiglie e imprese, con attenzione ai redditi bassi", secondo la premier Giorgia Meloni. In particolare la manovra "colpisce" il Reddito di cittadinanza: vediamo allora come cambia il sussidio.
Per il 2023 gli occupabili lo riceveranno per 8 mesi (invece che i 18 di adesso), mentre dal 2024 il RdC verrà abolito per tutti. Per adesso però l'aiuto resta invece per i poveri, su cui si valuta una lotta agli “approfittatori” del reddito.
La stretta sul Reddito di cittadinanza dunque ci sarà. Si parla di “risparmi limitati”, di al massimo 1 miliardo di euro, su circa 8 che costa ogni anno il sussidio contro la povertà. Un taglio importante ma ristretto a chi verrà considerato “occupabile”, pari a un terzo dei percettori totali.
Si tratterebbe di circa 660 mila beneficiari, tenuti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro presso i centri per l’impiego. A questi si potrebbero sommare circa 173 mila percettori che già lavorano, ma hanno redditi così bassi da rientrare nei requisiti per il Reddito. In tutto, quindi, più di 800 mila persone su circa 2,5 milioni di percettori del sussidio.
La stretta sul reddito di cittadinanza colpirà chi può lavorare. Esclusi dunque minori, anziani, disabili, persone con problemi di inclusione e altri soggetti non abili al lavoro, che vengono indirizzati ai servizi sociali dei comuni. Ci saranno poi regole sui controlli: i percettori del sussidio dovrebbero dimostrare di essere residenti in Italia, recandosi periodicamente presso gli uffici del comune di residenza.
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