07 Novembre 2022
Nicola Zingaretti, governatore della regione Lazio, potrebbe dimettersi entro il giorno 10 novembre, il condizionale è d'obbligo perché è il giorno della relazione annuale della Corte dei Conti.
Va detto che il presidente della regione ha sempre spostato in avanti la lancetta dell'addio, ma adesso Zingaretti è ad un passo dal bivio, visto che il 25 settembre scorso è stato eletto alla Camera dei deputati. Al suo posto subentrerebbe il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori.
Inoltre nella regione Lazio non si riesce più a tenere il campo largo che ha consentito Zingaretti di restare a galla, vale a dire l'alleanza tra PD, cinque stelle, terzo Polo e sinistra.
A febbraio 2023 inoltre saranno fissate le elezioni regionali del Lazio. Tuttavia le ultime parole del Presidente della Regione Lazio non danno l'idea di un addio, anzi si proiettano già alla prossima candidatura e infatti lui, dopo aver ribadito di non avere espresso critiche all'assessore alla sanità scelto, dichiara: "Il mio unico obiettivo da sempre costruire una coalizione la più ampia possibile vincere. Questo si ottiene con il confronto plurale e solidale non con i diktat o le imposizioni per scegliere in piena libertà e autonomia la candidatura che insieme si riterrà più competitiva. L'Unità è il sentimento prevalente di tutto l'elettorato di centro-sinistra, ma l'unità va costruita, non imposta. Vorrei dunque consigliare ad alcuni professionisti della sconfitta di tacere perché fanno solo danni, producono divisioni e poi sconfitte e poi copiose analisi sul perché abbiamo perso. Ora il tempo delle scelte. Bisogna farle con spirito unitario e nelle forme più utili a costruire le condizioni per la vittoria così come stato in questi ultimi 15 anni".
Il Pd ha, come abbiamo detto, il problema di non poter replicare il campo largo e se il Terzo Polo farà come ha fatto in Lombardia è messa a rischio anche l'unione con i Cinque stelle. Si ipotizza anche la candidatura di una persona di una lista civica, ma se ciò dovesse accadere il PD potrebbe rivivere il tracollo già sperimentato alle elezioni politiche e per questo c'è chi ipotizza che la candidatura potrebbe saltare il turno o vedere una Regione spaccata nel post elezioni con una maggioranza sempre più risicata per governare.
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