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"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Destra e sinistra egualmente piegate al neoliberismo

Dietro la finta opposizione, la medesima visione del mondo, quella neoliberale

16 Novembre 2022

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fonte: imagoeconomica.it

Non mi stancherò di ripeterlo, ad nauseam. Nel quadro della globalizzazione capitalistica, destra e sinistra divengono le due ali dell’aquila neoliberale: la quale si riproduce economicamente a destra, politicamente al centro e culturalmente a sinistra. E, di più, impiega l’ormai illusoria dicotomia di destra e sinistra come strumento volto a rendere impossibile la navigazione e la comprensione della rotta da seguire nel mutato ordine delle cose. Già da tempo viene a cadere la dicotomia stessa di destra e sinistra, ormai destinate a figurare semplicemente come le due ali dell’aquila capitalistica. Essa volteggia nei cieli della globalizzazione e procede rapacemente con una struttura di destra (privatizzazione, sfruttamento, individualizzazione, competitività, imperialismo, ecc.) e con una superstruttura di sinistra (demonizzazione del controllo statale ut sic, celebrazione del narcisismo individualistico e del progressismo postborghese e antitradizionalista, glorificazione della “libera circolazione” e del “vietato vietare”, ecc.).

Ne scaturisce quell’inconfessabile alleanza tra la neo-sinistra radicale e gli ammiragli del turbocapitalismo che va sotto il nome di “neoliberismo progressista” e che allude alla sintesi tra gli elementi dell’economia globalcapitalistica e della cultura progressista left-oriented. Non meno di quello delle destre, lo sguardo delle sinistre risulta oggi colonizzato dal neoliberismo sia sul piano della politica interna, sia su quello della politica estera. Nel primo caso, l’abbandono dell’anticapitalismo e della difesa delle ragioni del lavoro e del Servo ha indotto la sinistrash a sposare la visione del libero mercato come spazio “creativo” della competitività e del progresso universale, con ferma opposizione a tutto ciò che contrasti la liberalizzazione dei consumi e dei costumi e la privatizzazione integrale del mondo della vita. Nel secondo caso, il congedo dalla lotta contro l’imperialismo e in difesa dell’internazionalismo delle patrie solidali ha portato la rainbow left ad abbracciare la visione secondo cui la libertà universale coinciderebbe con il transito del mondo intero nell’americano-sfera del libero mercato concorrenziale, con annessa lotta contro tutti gli “Stati canaglia” che si oppongano alla loro annessione negli spazi del mondo americanizzato.

di Diego Fusaro

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