12 Ottobre 2022
“Sul Viminale non mollo”. Sarebbe questo il messaggio di Matteo Salvini lanciato al consiglio federale della Lega. Come anticipato nei giorni scorsi dal Giornale d’Italia, però, nessuno, nel nuovo governo vuole partire con un esecutivo già azzoppato dalla presenza al ministero dell’Interno del leader leghista. Presenza a dir poco imbarazzante per un Paese membro della Nato e che vuole rafforzare il suo legame con gli Stati Uniti d’America. Ecco perché, per il Viminale, è spuntato il nome di Matteo Piantedosi, attuale prefetto di Roma ed ex capo di Gabinetto di Salvini ai tempi del primo governo di Giuseppe Conte.
Salvini, che ha disertato il vertice di centrodestra a Villa Grande con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, è tornato a rivendicare per se’ e per il partito di via Bellerio il ministero dell'Interno, sottolineando ancora una volta il lavoro svolto durante il governo Conte I. Un ruolo che Salvini potrebbe tornare a ricoprire, ma non si esclude la soluzione Piantedosi, suo capo di gabinetto negli anni al Viminale. Un’opzione che, sempre all’interno di uno schema gradito alla Lega che potrebbe essere considerata positiva. “Il partito di Matteo Salvini”, filtra da fonti leghiste, “non vede l’ora di cominciare a occuparsi dei dossier di governo. Il segretario ha spiegato che se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia sappiamo come farlo e con chi farlo. Per Salvini “sarà un onore”.
Piantedosi, 59 anni, ha ricoperto l’incarico di Prefetto di Bologna, incarico poi interrotto in quanto nominato, nel giugno 2018, Capo di Gabinetto del ministro dell’Interno. A partire dal 17 agosto 2020 è stato nominato prefetto di Roma. Piantedosi, quando affiancava Salvini al Viminale, è stato sentito dalla procura di Agrigento nell'ambito del caso Open Arms, inchiesta per la quale Salvini è stato accusato di “sequestro di persona” per aver impedito lo sbarco di 107 migranti bloccati al largo di Lampedusa nell’agosto 2019 a bordo della nave della ong spagnola Open Arms. Durante quell'udienza Piantedosi aveva sostenuto la linea del leader della Lega. Ecco perché il suo nome è tra i papabili per il Viminale.
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