29 Settembre 2022
Occupazione al Manzoni di Milano
L’eloquio dei liceali al Manzoni di Milano viaggia a metà fra D’Alema e Chiara Ferragni: “Abbiamo occupato, diciamo, per protestare contro la supervittoria di Giorgia Meloni”. Povero don Lisander, che andava a sciacquare i panni in Arno: oggi in Arno andrebbero gettati questi che non hanno contezza né dell’italiano né della democrazia. Si protesta, si manifesta, al limite si occupa contro un abuso, una violazione, l’espressione di una tirannide: scusate, fringuelli, qui dove starebbe? Nel fatto che libere elezioni hanno liberamente espresso una preferenza che non piace a voi? Giovanni Sartori, che era un professore di Democrazia con trentacinque lauree e un caratterino da toscano carogna, avrebbe probabilmente dato fuoco alla vostra scuola: “Democrazia: cosa è”, si intitola uno dei suoi lavori più fortunati. E si potrebbe rispondere: l’esatto contrario del fumo che circola al Manzoni, i cui militanti non sono peraltro diversi da quelli di tutte le scuole del regno dalle Alpi a Capo Passero: trattasi di gioventù né maschia né virile ma molto celenterata, se uomina, molto petulante e tracotante se femmina. Vogliamo tutto, non sappiamo niente, insegniamo la qualunque.
Dove stavano i nostri eroi oggi in agitazione permanente effettiva quando li costringevano ad allucinanti corvée a base di mascherette, coprifuochi, dad che sarebbe la didattica a distanza ovvero la totale negazione di qualsiasi attività scolastica? Dove, quando il paese rantolava prigioniero, schiavo di follie come il supergreenpass? Dove, quando li volevano ridurre come puntaspilli rovinandoli per sempre? A dormire, stavano. Le avesse prese la dama nera Meloni, la metà di quelle misure concentrazionarie, si sarebbero tutti contorti come dervisci, rotolati come ossessi, scalmanati come suffragette & suffragetti di Maria (tanto mirano tutti a quello: un trono, un cubo, un culo da reality). Un’altra idea dignitosa sarebbe, per dirne una, schierarsi in favore delle giovani che in Iran vengono falciate per un velo – oppure che in Italia vengono strangolate, fatte a pezzi e scaricate nel Po per voler essere vive, giovani e innamorate. Ma no, non funziona, non appassiona, ci sarebbe da tirare in ballo le sciagurate politiche migratorie dei governi amici, vade retro: o c’è da gridare al fascismo o ci si volta dall’altra parte. Circola sui social una delirante contestazione alla compagna Laura Boldrini, cucinata da due mocciose, probabili liceali, peggio di lei: altro che aborto, qui la pillola del giorno dopo costa 18 euro, fascista! Sempre la solita storia del puro più puro che ti epura, ironizzano, ma qui ci sono se mai le viziate più viziate che ti suscitano vergognose nostalgie reazionarie: pensassero, a quattordici anni, un po’ meno ad aborti e pillolette e un po’ più ad imparare qualcosa. O no?
C’è un Occidente volatile, insopportabile, insostenibile, che non vede altro dal proprio ombelico, o utero (anche i maschi, anche loro…), e tutto il resto lo risolve frignando e sclerando: ragazzotte sovrappeso di 16 anni che si definiscono “militante gender da nove” (a 7 anni già genderizzata?) e si mettono in posa mentre piangono con lo scorrere dei risultati elettorali: “Oddio io sarò senza diritti, io sarò senza futuro, io sarò senza speranze”. La personalizzazione ragliante, l’io-io-io dei nessuno, che trattano le delusioni personali come tragedie storiche e reagiscono okkupando e gnegnerando. Questi erediteranno il paese? L’Occidente? Questi figli del qui ed ora, la generazione I che sta per Influencer ma, volendo, anche per Idiota, Inetta, Inesistente? Se chiedi alla signorina “diciamo” dove sarebbe l’ubi consistam dell’occupare, non ti sa rispondere: violazioni della democrazia rappresentativa non ce ne sono, avvisaglie di totalitarismo neppure, il periodo più autoritario della storia repubblicana, e forse non solo quella, è alle spalle per consunzione ma non certo per la loro resistenza da aula magna, si spera di non dover più subire lasciapassare e coprifuoco, termini che fanno alzare i peli in tempo di guerra, figurarsi in pace. E se gli ricordi come Togliatti, il capo stalinista del PCI, fulminava Pajetta che gli annunciava solenne “Segretario, abbiamo occupato la Prefettura”: “E adesso, cosa ve ne fate?”, i liceali del Manzoni ti guardano con occhio inespressivo, alla Alvaro Vitali o, peggio, alla David Parenzo: ma chi saranno mai questi Togliatti e Pajetta? Due calciatori? Due influencer? Dice il cardinale ormai a riposo Robert Sarah, in fama di reazionario: “Un albero senza radici muore; ed ecco perché l’Occidente muore”. Questi ragazzini sono sradicati, ma un aspetto positivo lo scatenano pure loro: talmente odiosi che diventa impossibile non detestarli. Anche questa, volendo, è una reazione, una resistenza, una ribellione al conformismo dei cretini di ogni età.
Max Del Papa
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