24 Agosto 2022
Fonte: profilo di Facebook di Anthony Barbagallo
La rottura del patto tra Pd e M5s per le elezioni della Sicilia potrebbe finire in tribunale. Il segretario regionale dei dem, Anthony Barbagallo, ha dato mandato ai legali per valutare la fondatezza di una causa civile per chiedere “il risarcimento dei danni” ai pentastellati dopo lo stop all’accordo per presentarsi uniti all’appuntamento elettorale nell’isola. Dalla politica alle vie giudiziarie. Dalla legge elettorale alle norme giuridiche.
Barbagallo, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, ha attaccato il partito di Giuseppe Conte dopo il brusco stop all’alleanza tra Pd e M5s all’election day del prossimo 25 settembre, col Partito democratico che correrà da solo con Caterina Chinnici e i pentastellati che faranno lo stesso con Nuccio Di Paola. “Conte ha rotto spudoratamente un patto politico sottoscritto”, ha incalzato il responsabile dei dem siciliani. “Ma ha anche violato un’obbligazione giuridica. Il M5s, scegliendo di partecipare alle primarie, aveva sottoscritto l’impegno di sostenere il vincitore. E ora, invece, propone Di Paola, un candidato illegittimo rispetto a un accordo firmato”. Quindi? “Ho dato mandato ai nostri legali di verificare la candidabilità di Di Paola e la fondatezza di una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni che abbiamo subìto da chi non ha rispettato le regole che c’eravamo dati”, ha annunciato Bargagallo. Che poi, nella disputa col M5s, ha coinvolto pure Dante Alighiri. “Roba da cerchio dantesco”, ha incalzato, “l’ultimo dell’inferno, quello in cui sono confinati i traditori”.
Parole dure. Alle quali ha replicato lo stesso Di Paola. “Le recenti dichiarazioni di Barbagallo sulla rottura della coalizione trasudano tutta l’arroganza e la prepotenza mostrata nei giorni passati dal Pd e che sono tra i motivi che hanno portato al naufragio dell’alleanza”, ha sottolineato il candidato governatore del M5s in Sicilia. Lì dove i democratici e i pentastellati, nel giro di un paio di giorni, sono passati dal concordare le liste a consultare i libri di tribunale.
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