05 Agosto 2022
fonte: imagoeconomica.it
Matteo Renzi e Federico Pizzarotti hanno un «no» in comune. Il leader di Italia Viva ha rifiutato le avance di Silvio Berlusconi dopo la telefonata del Cavaliere svelata in esclusiva dal Giornale d’Italia, mentre l’ex sindaco di Parma, tornato sulla scena politica con Lista civica nazionale, ha respinto la proposta di Enrico Letta per aderire alla coalizione trainata dal Pd. Due «no», però, potrebbero trasformarsi in un «sì» reciproco.
I contatti tra Renzi e Pizzarotti sarebbero ben avviati. E i due, un ex Pd e un ex M5s con un’esperienza da primi cittadini alle spalle, avrebbero trovato subito una buona intesa sui programmi. Lista civica, con una nota, ha rivelato di aver declinato l’invito del Pd a «confluire in un’unica lista con quella promossa da Luigi Di Maio e Bruno Tabacci». Una condizione che Pizzarotti giudica «irricevibile» nonostante i dem, secondo alcune indiscrezioni, gli avessero offerto un collegio sicuro proprio a Parma.
Renzi, dal canto suo, ha annunciato di voler correre da solo in cinque capoluoghi di regione (oltre alla sua Firenze, Roma, Milano, Napoli e Torino) per raggiungere la soglia minima del 3% che consentirebbe a Italia Viva di entrare in Parlamento e di ottenere tra gli 8 e i 10 deputati e 3 o 5 senatori. L’ex premier è il più convinto sostenitore del terzo polo, una forza moderata alla quale Pizzarotti, che con Lista civica rappresenta sindaci, amministratori locali, associazioni e promotori di progetti del territorio, potrebbe aderire con entusiasmo. Mentre il fronte progressista fa i conti col veto imposto da Carlo Calenda a Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, Renzi e Pizzarotti, che alle politiche del prossimo 25 settembre vogliono essere tutt’altro che ex, potrebbero scuotere ulteriormente il centrosinistra.
Di Filippo Merli
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