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Calenda e Letta, cosa divide i due leader: da Di Maio al rigassificatore di Piombino

Mentre il Pd "manifesta contro il rigassificatore di Piombino", Carlo Calenda insiste: "Tema centrale"

01 Agosto 2022

Calenda e Letta, cosa divide i due leader: da Di Maio al rigassificatore di Piombino

fonte: imagoeconomica.it

Carlo Calenda ed Enrico Letta così vicini ma così lontani: mentre il leader di Azione aspetta la risposta del segretario dem, emergono i tre principali punti di "scontro" tra i due. Calenda e Letta infatti sono "divisi" su tre temi molto importanti a livello nazionale e non solo: il primo tocca il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il secondo riguarda le alleanze politiche in vista delle elezioni del prossimo 25 settembre, il terzo è inerente al rigassificatore di Piombino.

Calenda e Letta, cosa divide i due leader: Di Maio, alleanze e rigassificatore

Ci sono alcuni "paletti" - come li definisce il Corriere della Sera - che il numero uno di Azione Carlo Calenda ha posto a quello del Pd Enrico Letta, in vista di una possibile coalizione per le elezioni politiche, che si terranno il 25 settembre 2022. Per Calenda centrali sono tre temi: Luigi Di Maio, le alleanze e il rigassificatore di Piombino. Proprio a proposito di quest'ultimo, Calenda muove una precisa lamentela al Pd e, più in generale, alla sinistra italiana: quella di aver "manifestato contro il rigassificatore".

Il leader di Azione invece, al contrario, si dice pronto a smuovere il porto toscano per realizzarlo. Ma le sue idee fanno storcere il naso a persone come Fratoianni e il leader dei Verdi, Angelo Bonelli. "Serve chiarezza su questo", afferma Calenda. "Il rigassificatore deve essere centrale", ribadisce ancora oggi. Quest'ultimo poi, parla anche del termovalorizzatore di Roma e - scrive il Corriere - "invoca che non ci siano altri no su infrastrutture utili al nostro Paese".

Ma il punto più scottante riguarda di Maio. "Noi non candideremo negli uninominali Gelmini e Carfagna, che pure sono ministre in carica del governo Draghi, proprio per trovare tutte le soluzioni che uniscono", afferma Carlo Calenda. Lo stesso quindi, secondo il segretario di Azione, dovrebbe essere fatto con il ministro degli Esteri. Inoltre, sulla possibile candidatura di Federico D'Incà, Calenda ricorda che "è un ministro che non ha votato la fiducia al governo Draghi".

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