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Elezioni, l’ammucchiata del centrosinistra è un fallimentare dejà vu

Enrico Letta, pur di non essere staccato di molti punti dal centrodestra alle prossime elezioni, punta sui mini partiti

29 Luglio 2022

Elezioni, l’ammucchiata del centrosinistra è un fallimentare dejà vu

Il segretario del Partito Democratico sa bene di perdere alle prossime politiche del 25 settembre, non ha carisma, sta raccogliendo le briciole partitiche da sinistra al centro, e tutto ciò non lo rende credibile; idem il partito che guida. Se il centrodestra è unito ma senza ancora un programma chiaro, la sinistra oltre a non avere nulla di scritto, sulla carta non esiste ancora come soggetto.

A sinistra, si parla di ammucchiate senza logica, dal Pd ad Azione, da Italia Viva a Sinistra Italiana, dal Psi fino ai radicali e ai grillini; i votanti hanno già visto questa scena, con L’Unione di Romano Prodi, esperienza fallimentare durata poco più di un anno. La domanda sorge spontanea: quale leader di partito accetterebbe di fare un’ammucchiata perdente già in partenza? Pensandoci bene, la sinistra è capace di tutto, viste persone autoreferenziali come il professor Enrico Letta e il borioso Matteo Renzi. Pensare di votare personaggi vicini alle cooperative, che alzeranno le tasse, parleranno solo d’integrazione, Ius Soli (culturae e scholae) e situazioni che non salvano certamente il paese dal baratro economico e sociale, è da pazzi scatenati.

Il “pretino” Enrico Letta è riuscito già ad imbarcare i socialisti, che valgono lo “zero virgola” ma pretenderanno seggi, e Articolo1, così l’odiato Roberto Speranza, che voteranno in sei, avrà certamente il sederino seduto sullo scranno. Pur di non sparire, siamo certi che anche Italia Viva di Matteo Renzi, fermo al 2% nei sondaggi, Azione-+Europa, al 4%, e un pezzo dei grillini, ormai giustamente al minimo storico e superati da una rediviva Forza Italia, s’imbarcheranno in questo brutto viaggio, che li porterà a prendere una tranvata epocale e a fare l’ennesima figuraccia.

La sinistra, malconcia ora e distrutta al 25 settembre, avrà come faro l’astensionismo (che sarà intorno al 50%), visto che gli elettori “duri e puri” provengono proprio da sinistra, quella vera e non cattodem radical chic.

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