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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Legalità democratica sospesa da due anni e mezzo, tra il liberticida Sergio Mattarella e nuovi autoproclamati padri nobili della legalità

Giacomo Matteotti: "Ciascun partito doveva, secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati".

25 Luglio 2022

SCRITTI PANDEMICI
Lassù sull’Aventino
Mentre i quotidiani s’interrogano sul rebus Calenda ignorando l’ennesima porcata avallata dal Presidente della Repubblica (esentare alcuni partiti dalla raccolta firme entro il 21 agosto prossimo), nella dissidenza si invoca l’astensione in quanto sarebbe venuta meno (da oltre due anni) la legalità democratica.
Padri nobili autoproclamati minacciano azioni legali (come se esistesse ancora l’indipendenza della Magistratura!) e Costituenti, marce per la libertà e una ritirata strategica (e polemica) sull’Aventino.
Tuttavia, sommessamente osservo che manca un passaggio: prima di astenersi dai lavori Parlamentari (come fecero i 123 deputati aventiniani) occorre essere Parlamentari.
Sono vecchio e puntiglioso: non amo gli unti del Signore, gli autoproclamati, i padri nobili non riconosciuti tali dai loro stessi figli e, in generale, chi non rispetti le regole elementari della legalità democratica.
Il primo che detesto, naturalmente, è il liberticida maximo Sergio Mattarella. Ma questo non mi porta a preferire al non Parlamentare Mario Draghi il non Parlamentare Pinco Pallino.
Altrimenti liberi tutti: Viva la Revoluciòn, hasta la victoria siempre.
Il concetto di legalità democratica di questi padri nobili difetta. Anch’io sono certo di essere dalla parte della ragione, ma non mi chiudo in studio a riscrivere (da solo) la Costituzione.
Un minimo di umiltà non guasterebbe. Si può aver ragione ed essere in minoranza. Anzi, in linea di massima nella vita succede sempre questo.
C’è una vecchia battuta che circolava tra di noi vecchi liberali: il grande Giovanni Malagodi, dopo un inaspettato aumento dei voti al PLI, commentò: “Dove abbiamo sbagliato?”.
La lezione (del tutto sconosciuta al Senatore Mario Monti, bocciato senza appello!) è la seguente: chi è elitario non può essere popolare. E se io (cosa quanto mai vera!) non sarò mai popolare, chi mai mi incaricherà di riscrivere la Costituzione?
Un conto è sentirsi Giacomo Matteotti, un altro è esserlo! Per diventare padri nobili (o eroi della Resistenza) non è sufficiente credersi tali.
Chi di noi, ben sapendo che gliela avrebbero fatta pagare, avrebbe avuto il coraggio di pronunziare questo discorso?
Giacomo Matteotti: Forse al Messico si usano fare le elezioni non con le schede, ma col coraggio di fronte alle rivoltelle.
Paolo Greco: È ora di finirla! Voi svalorizzate il Parlamento!
Giacomo Matteotti:. E allora sciogliete il Parlamento.
Paolo Greco: Voi non rispettate la maggioranza e non avete diritto di essere rispettati.
Giacomo Matteotti: Ciascun partito doveva, secondo la legge elettorale, presentare la propria lista di candidati...
Certi antefatti storici, certe violazioni del principio di legalità democratica commesse esattamente un secolo fa (1920),non hanno impedito a Sergio Mattarella di chiudere entrambi gli occhi davanti alla porcata del decreto elezioni.
Quando, meno di un mese fa, con un codicillo nato dalla fantasia di un furbacchione, nel decreto elezioni, è stato inserito un emendamento (6.016 – Magi, Costa) che ha ampliato il numero dei partiti esonerati dall’obbligo di raccolta firme, il Presidente doveva intervenire!
I partiti esentati – oltre a Pd, M5S, FI, Lega e FdI che già lo erano - sono Leu, Italia Viva, Coraggio Italia, +Europa-Centro Democratico e Noi con l’Italia.
Siamo all’imboscata, al cavillo da avvocaticchio, alla furbata passata sotto silenzio: una porcata di Riccardo Magi (+Europa). Tutti gli altri partiti sono tenuti a raccogliere in ogni Collegio elettorale almeno 750 firme autenticate entro il 21 agosto prossimo, cosa praticamente impossibile.
Ma io non credo che la risposta possa essere quella di chi invoca l’astensione. Soprattutto io non credo a chi – ben sapendo che se anche costituisse il suo partito farebbe fatica a raggiungere il quorum – si ritira sul suo Aventino.
La maggioranza va conquistata, chiunque - anche se la pensa come me – si erge al di sopra degli altri confidando nella propria superiorità morale è un pericolo per la democrazia, non la soluzione alla sospensione della legalità democratica in atto da più di due anni e mezzo in Italia.

di Alfredo Tocchi

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