Governo, Franceschini minaccia il M5s: "Se tradisce Draghi stop alleanza per 2023"
Il ministro dem: "Se ci sarà una rottura o una distinzione - perché un appoggio esterno è una rottura - per noi porterà alla fine del governo"
Il ministro della Cultura Dario Franceschini minaccia i grillini. Se, dice, il Movimento 5 stelle decidesse di uscire dal Governo, si potrà scordare l'alleanza col Pd alle prossime elezioni. "Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5S dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione - perché un appoggio esterno è una rottura - per noi porterà alla fine del governo e all'impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale".
Dario Franceschini ha pronunciato queste parole all'incontro nazionale di AreaDem a Cortona, come chiusura del suo discorso. "Servono generosità ed elasticità" nell'incontro di domani tra il premier Mario Draghi e il leader del M5S Giuseppe Conte, che "hanno in mano il destino della prossima legislatura", ha detto ancora.
Governo, Franceschini: "Se M5s si fila stop alleanza per 2023"
"Draghi e Conte domani mettano sul tavolo elasticità - ha continuato poi il dem - hanno in mano il destino della prossima legislatura, servono generosità ed elasticità. Le alleanze saranno per una legislatura, non per sempre, non un'alleanza che punta a diventare partito. Questo ci aiuta con i 5 Stelle".
Nel suo intervento a Cortona il ministro della Cultura ha però parlato anche di altri argomenti. Primo fra tutti la riforma della legge elettorale. "Penso - dice Franceschini - che il tema del proporzionale e maggioritario non è solo di convenienze, ma di prospettive. Il maggioritario spinge a creare le barriere, blocca i processi evolutivi, mentre il proporzionale fa chiarezza, alleanze meno omogenee ma che possono costruire programmi". E ha ammesso: "Sarà difficile cambiare la legge elettorale ma dobbiamo provarci fino in fondo". Questo perché sul proporzionale "dovremo andare in Parlamento e costringere tutti a schierarsi, anche quelle forze che non lo fanno per paura, come Forza Italia".