08 Giugno 2022
Alcuni giorni fa, nella discrezione che ha accompagnato i suoi ultimi anni, ci ha lasciato all'età di 89 anni Salvatore Quarzo, storico esponente della destra liberale romana.
Classe 1933 era nato il XX settembre, che per un liberale autentico sembra quasi una premonizione.
Fuori dalla politica fu un giornalista apprezzato, che per diversi anni collaborò con "Il Tempo " e "Momento Sera" e un imprenditore agricolo nella provincia di Viterbo, esattamente a Capranica.
Fin dagli anni cinquanta militò nel Partito Liberale Italiano, una formazione che pur avendo partecipato alla resistenza e alla costituente, si pose quasi da subito a coscienza critica dell'Italia repubblicana, dominata da quelle forze politiche cattoliche e social-comuniste, che avevano con scelte politiche poco lungimiranti favorito la scalata al potere di Mussolini, segnando così il tramonto di quello Stato liberale e risorgimentale di cui la formazione politica per anni guidata da personaggi come Einaudi, Lucifero, Malagodi e Bozzi, si sentiva legittimamente erede.
Sotto l'insegna tricolore Salvatore Quarzo venne eletto due volte Consigliere Provinciale nel 1966 e nel 1971 e Consigliere Regionale nel 1975.
Vale la pena per un attimo soffermarsi su questo ultimo dato, giacché quella elezione amministrativa vide la vittoria del Partito Comunista Italiano nella regione della Capitale d'Italia per la prima volta. In una tornata elettorale così dura il PLI raccimolò appena il 2,5%,frutto di 77000 voti di cui ben 6000 circa raccolti da Quarzo, praticamente l'8/9% dell'elettorato generale del suo partito (che fu sempre e più un movimento d'opinione che di preferenza).
Tre volte primo dei non eletti alla camera nel 1976,1987 e 1992,ebbe diversi incarichi di direzione all'interno del partito. Curò la confluenza nei liberali di quella parte di monarchici che non vollero aderire al MSI, capitanati da Renato Ambrosi de Magistris, ultimo consigliere comunale romano eletto nel file di Stella e Corona.
Le battaglie che anche a livello locale caratterizzarono l'azione di Salvatore Quarzo membro della destra storica furono quelle del pensiero conservatore più illuminato contro l'aggressività del sistema fiscale ,che al principio degli anni settanta iniziò a corrodere lentamente la nostra economia sino alla distruzione finale, di cui stiamo tuttora pagando le conseguenze, Parallelamente la costituzione repubblicana trovò la sua applicazione definitiva in quel regionalismo che oltre a distruggere un unità nazionale già in crisi culturale ai tempi, aprì quel dissesto finanziario nello stato, che solo pochi moderati come lui cercarono di evitare, lottando per quel che poteva a difesa dell'istituto della provincia come ente intermedio di decentramento.
Il graduale ridimensionamento sino ad estinzione di tale realtà politica, spazzò via l'ultimo legame con quello stato liberal-sabaudo che per un secolo tra tante dure prove aveva garantito quantomeno a livello amministrativo la consistenza del paese.
Come realtà laica i liberali e Salvatore, furono l'unica formazione di destra a condividere le battaglie per i diritti civili negli anni settanta e in particolare quella sul divorzio, avvicinandosi per l'occasione a realtà relativamente lontane ma per molti aspetti contigue come quella dei radicali retti ai tempi da quel liberale atipico che fu Marco Pannella.
Nella Chiesa di San Crisogono a Roma lo hanno salutato il figlio Giovanni(con la famiglia), Capogruppo al Campidoglio di Fratelli d'Italia, alcune personalità della politica locale e tanti vecchi amici del Partito Liberale.
Uomini e storie che ci lasciano una grande levatura morale e culturale, difficilmente sostituibile.
(di Francesco Di Bartolomei)
Di Francesco Di Bartolomei
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