13 Maggio 2022
Attilio Fontana (LaPresse)
Il gup di Milano ha deciso: prosciolto il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana in merito all'accusa sulle forniture di camici in seguito al caos scoppiato con la pandemia. L'organismo presieduto da Chiara Valori ha motivato la decisione a non procedere "perché Il fatto non sussiste". Assieme a Fontana sono stati prosciolti Filippo Bongiovanni, Carmen Schweigl, rispettivamente ex dg e dirigente di Aria. E Pier Attilio Superti vicesegretario generale della regione. "Sono felice. Felice innanzitutto per aver tolto un peso enorme ai miei figli e a mia moglie. E poi i lombardi, tutti quei lombardi, e sono moltissimi, che mi hanno sempre sostenuto", il commento del presidente della Regione.
L'attuale presidente della regione Lombardia Attilio Fontana era finito in un'inchiesta per l'accusa di frode in pubbliche forniture per il caso dell'affidamento nell'aprile 2020 da parte della Regione di cui è capo di una fornitura. Quest'ultima è stata poi trasformata in donazione, da circa mezzo milione di euro di 75 mila camici e altri dpi a Dama, la società del cognato Andrea Dini. Un fatto che all'epoca aveva "indignato" il PD e buona parte dell'opinione pubblica, ma fortunatamente per Fontana è finita bene.
"Condivido con loro la soddisfazione di vedere riconosciuta la mia onestà e la mia volontà di agire sempre, solo e comunque per il bene dei miei cittadini. E infine un ringraziamento enorme ai miei legali, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa, per il grande lavoro che ci ha consentito di avere giustizia. Giustizia nella quale ho sempre avuto fiducia", chiosa Fontana.
Dama, la società del cognato che detiene il marchio Paul&Shark, secondo un contratto doveva fornire 75mila camici e altri 7mila set di dpi per un importo di 513mila euro. Il conflitto di interessi era emerso poiché la moglie del leghista, Roberta Dini aveva il 10% di Dama. Per i pm gli indagati avrebbero tentato "di simulare l'esistenza" dall'inizio "di un contratto di donazione" per lo meno per i 50mila camici già consegnati. La restante parte composta da 25 mila pezzi non è più arrivata ad Aria. Ed è partita l'accusa di frode in pubbliche forniture, finita nel nulla.
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