29 Marzo 2022
Fonte: LaPresse
Si è concluso l'incontro a Palazzo Chigi tra il premier Mario Draghi e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte per cercare di trovare un accordo sul tanto discusso tema dell'aumento delle spese militari. Il colloquio è iniziato intorno alle 17.30 il tavolo di confronto è stato tutt'altro che semplice. Nelle scorse settimane il presidente del Consiglio si era infatti esposto sulla questione e a mostrarsi subito contrario era stato il pentastellato, secondo il quale, le priorità dell'Italia oggi sarebbero altre. L'opinione di Conte è ancora oggi condivisa da milioni di italiani: in un Paese già pesantemente colpito dalla crisi economica, la precedenza dovrebbe essere data ad altro e i soldi potrebbero essere investiti in un modo totalmente diverso. Appena uscito dal Palazzo, il predecessore di Draghi ha affermato: "Abbiamo parlato di Ucraina, Nato e strategia difensiva".
"Nel Def ragionevolmente non ci sarà scritto qualcosa riguardante un aumento sostanziale della spesa militare" in linea con gli impegni Nato, ha fatto sapere Giuseppe Conte dopo l'incontro con Draghi. "Ma - ha precisato - questo non toglie che è una prospettiva che dobbiamo affrontare. Il problema può essere procrastinato ma dobbiamo affrontarlo dal punto di vista politico". Sull'aumento delle spese militari con l'attuale premier "abbiamo delle valutazioni diverse", ha detto Conte.
"Non metto in discussione e non voglio che il presidente Draghi metta in discussione gli accordi del 2014 con la Nato, sono impegni presi e che si trascinano per il nostro Paese come per altri Paesi. Dico soltanto, e ho rappresentato in modo chiaro, franco e sincero al premier Draghi, quella che è la preoccupazione del Movimento: in questo momento affrettarsi a rispettare questa soglia del 2% significherebbe provocare un picco nelle spese militari in un momento in cui il Paese è in forte difficoltà. Ho portato la preoccupazione non solo del M5S ma di tutti gli italiani, che ora hanno altre priorità".
"Ora l'aumento della spesa militare sarebbe improvvido, la nostra sicurezza non dipende ora da 10-14 miliardi investiti in più. Con il Presidente del Consiglio Mario Draghi siamo rimasti che continueremo a discutere". E infine Giuseppe Conte ha concluso: "Ci aggiorneremo su questo".
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