29 Marzo 2022
Fonte: lapresse.it
Il senatore della Lega Simone Pillon, intervistato da Il Giornale d'Italia, ha provato a chiarire una volta per tutte la sua posizione in merito alla guerra che si sta consumando sul fianco orientale dell'Europa, tra Russia e Ucraina. Lo ha fatto anche in seguito agli attacchi ricevuti la scorsa settimana a causa della sua assenza al discorso che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in video conferenza, aveva tenuto al Parlamento italiano. "Ho aspettato a rispondere agli attacchi ricevuti perché non volevo sporcare con le vergognose polemiche di questi giorni un evento così nobile come il lancio di una fondazione per l'assistenza ai bambini disabili, cui ho partecipato il 22 marzo a Londra a nome della commissione parlamentare infanzia", aveva spiegato Pillon.
Tuttavia, da più parti arriva l'esigenza che Simone Pillon, esponente di un partito, quello del Carroccio (in passato "fan" di Vladimir Putin) chiarisca una volta per tutte da che parte sta in questo conflitto. Il senatore leghista ha scelto dunque Il Giornale d'Italia per spiegare la sua posizione, senza tuttavia spingersi troppo a fondo nei dettagli della questione.
"La guerra in corso" in Ucraina "ha cause molto complesse e non credo ci siano soluzioni semplici a problemi così complicati", ha iniziato il senatore dei verdi-cravattati (ma famoso per il suo farfallino, per il quale spesso viene ingiustamente preso in giro). "L'aggressione è stata certamente sbagliata e va stigmatizzata", continua Pillon, "ma se vogliamo che nella regione si arrivi presto a una pace duratura dovremmo avere la pazienza di aiutare le due parti a cessare il fuoco e a dialogare in modo efficace".
Simone Pillon poi critica, sebbene in maniera "mite", per così dire, le parole del Premier Mario Draghi - quello dello stesso Governo dei migliori di cui lo stesso sentore leghista fa parte. L'ex presidente della Bce, la scorsa settimana, aveva dichiarato di essere pronto a inviare "aiuti e armi all'Ucraina". "Io personalmente concordo con le parole di papa Francesco", ribadisce Pillon. "Mandare armi non mi pare un buon modo di perseguire la pace", continua con un filo di ironia. E ancora: "Avremmo dovuto privilegiare il dialogo con entrambe le parti, come ci chiede il 70% degli italiani".
Tra le altre cose, la Lega, e quindi anche tutti coloro che ne fanno parte, come appunto Pillon - il quale tra l'altro è una delle figure chiave del partito -, era stata accusata, da più parti, di ipocrisia. Dall'inizio della guerra in Ucraina, infatti, politici e giornali hanno riesumato molte affermazioni a sostegno del presidente russo Vladimir Putin, pronunciate negli anni dal segretario leghista Matteo Salvini, come da molti altri esponenti del Carroccio. Il senatore Pillon si chiude a riccio, e riferisce che, quello di adesso, è "un contesto ben diverso da quello in cui quelle parole furono pronunziate e comunque non credo che ci saranno danni di natura politica". "La gente", infatti, dice Pillon (che forse non ha guardato gli ultimi sondaggi), "a differenza dei media di sinistra, capisce benissimo".
Infine il senatore Simone Pillon ha commentato il recente "avvicinamento" della Lega al Movimento 5 stelle. Infatti, anche se spesso molti lo dimenticano, non era solo la Lega a essere "vicina" a Putin. Anche i grillini, i quali per esempio avevano preso le parti del presidente del Venezuela Nicolás Maduro (amico e alleato dello "Zar" in Sud America), erano "dalla parte" del presidente russo e "contro" gli Stati Uniti. Secondo Pillon, con il M5s, "ci sono argomenti su cui si può dialogare". Tuttavia, "per quanto ne so, non vedo grandi manovre in corso. Ma è un mio punto di vista", ha concluso Simone Pillon.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia