24 Marzo 2022
Giuseppe Conte (LaPresse)
Il leader del M5s, Giuseppe Conte in un'intervista a La Stampa annuncia che il suo partito voterà no all’aumento di spese militari in Ucraina. E, in caso di rischio caduta del governo? "Ognuno farà le sue scelte". I grillini si erano astenuti sulla risoluzione di L’Alternativa c'è, a prima firma di Pino Cabras, ex M5s, in cui si chiedeva di impegnare il governo "a non incrementare le spese militari al 2% del Pil".
A tal proposito Conte dice che "la soglia del 2% è frutto di un impegno preso nel 2014 che non può essere cancellato e che io stesso non ho rinnegato quando ero presidente del Consiglio. Però mi sono impegnato a rivedere i criteri di calcolo in modo da tenere conto anche dei costi politici e immateriali che comportano le nostre missioni all’estero". Conte ci va giù duro e ribadisce che "in un momento come quello attuale di caro-bollette, dopo due anni di pandemia, e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese, non si capisce per quale motivo le priorità debbano essere le spese militari".
M5S voterà contro ad un possibile incremento di armi in Ucraina? "Non potremmo assecondare un voto che lo individuasse come prioritario. Soprattuto a carico del nostro bilancio nazionale. In questo caso il Movimento non potrebbe fare altro che votare contro". Il grillino non sembra preoccupato di possibile ripercussioni. "Ognuno farà le sue scelte. Ma confido che anche il progetto di rafforzamento della difesa europea sia portato avanti con ponderazione, al fine di razionalizzare le spese e non moltiplicarle, e comunque attraverso uno sforzo comune europeo".
Conte si sofferma infine a parlare di Vladimir Putin: "Il 26 dicembre 2019, Santo Stefano. Stiamo al telefono per un’ora e mezza. Putin contesta dettagliatamente tutte le violazioni ucraine degli accordi di Minsk. In genere i leader, in questo tipo di incontri, tendono a stare sulle questioni di principio. Lui no. Lui è molto più specifico». Per Conte quella dello Zar è "una deriva autocratica che ho già denunciato in passato, a cominciare dalla censura sul caso Navalny quando ero presidente del Consiglio.
Sicuramente questa aggressione avrà dei contraccolpi interni molto forti anche per la popolazione russa, sia da un punto di vista economico che da un punto di vista sociale. E potrebbe isolare Putin ancora di più rispetto agli apparati che l’hanno sin qui sostenuto, a cominciare dagli oligarchi".
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