05 Marzo 2022
fonte: Instagram @leadervladimirputin
In Ucraina muoiono decine di persone al giorno, migliaia sono senza un tetto e al freddo, grandi esodi in tutta Europa per un’accoglienza e un pezzo di pane: questo è il vero bilancio della guerra indetta dal dittatore Vladimir Putin. Da qui, si può partire per scrivere di tutto, in primis che il mondo sta a guardare a bocca aperta ciò che succedere.
Mentre Silvio Berlusconi e Angela Merkel si stanno preparando per far ragionare il premier russo, il resto del mondo diplomatico (Stati Uniti d’America, Nato ed Europa) è alla finestra tra proclami, sanzioni e fintissime risoluzioni; se Putin non si fermerà all’Ucraina ma proseguirà verso Moldavia e Romania, la colpa sarà solo loro e a quel punto saranno questi che dovranno rendere conto al resto del mondo. Questa guerra, più che fredda, sta diventando fratricida.
Oggi si doveva tenere il terzo incontro diplomatico ma ancora nulla si sa, a testimonianza del fatto che le diplomazie, soprattutto europee, sono in alto mare. In un momento come questo, non c’è da perdere tempo e la diplomazia deve soccombere al decisionismo poiché la grave situazione si sta inasprendo giorno dopo giorno. Non c’è bisogno di mille incontri o faraginosità burocratiche ma di un gruppo ristretto di leader o ex leader europei che portino Vladimir Putin in una stanza per farlo riflettere per ore o giorni, non un semplice incontro come quello dell’inetto Macron, che non ha portato a nulla e ha allungato i tempi di un’eventuale pace.
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