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Giarrusso, il Parlamento nega l'autorizzazione a procedere. Raggiunto dal Giornale d'Italia: "Non commento"

Il Senatore di Italexit Mario Michele Giarrusso è coinvolto in tre indagini, due penali e una civile. Il Parlamento ha negato l'autorizzazione a procedere. "Non commento", ha dichiarato al Giornale d'Italia

16 Febbraio 2022

Mario Michele Giarrusso, 2019

Mario Michele Giarrusso, 2019 (fonte: Lapresse)

Il Parlamento ha negato l'autorizzazione a procedere per tutti i processi in cui è coinvolto il Senatore Mario Michele Giarrusso (già M5S, ora Italexit). Le questioni giudiziarie che lo riguardano hanno a che vedere con una causa civile al Tribunale di Potenza, e due processi penali (uno di questi nella sua città natale, Catania, per diffamazione). In tutti i casi il Parlamento ha deciso che il Senatore Giarrusso non deve andare a processo in quanto le sue azioni riguardavano l'esercizio delle sue funzioni parlamentari. Raggiunto telefonicamente da Il Giornale d'Italia ha affermato: "Non commento".

L'indignazione di Pietro Grasso

"Giarrusso ha offeso un cittadino su facebook, le battaglie politiche e la difesa della legalità non devono scadere in questo modo - ha dichiarato Pietro Grasso poco prima della votazione - Voteremo contro". E ancora, poco prima della seconda di tre votazione che riguardavano Giarrusso: "È inaccettabile dire in una intervista che il capo del DAP ha scarcerato decine di mafiosi dopo aver incontrato Zagaria in carcere, non c'è nessun nesso funzionale con l'attività parlamentare. Non voteremo a favore della relazione".

La Querela per diffamazione a Catania

Uno dei processi era nato da una querela per diffamazione aggravata presentata dall'ex capo della Dia, il questore Agostino Pappalardo. Giarrusso era finito nell'occhio del ciclone per alcune sue dichiarazioni del 21 luglio 2020 alla Commissione nazionale antimafia. "Durante l'audizione del deputato regionale siciliano Claudio Fava - si legge nella querela - Giarrusso affermava che secondo la sentenza sulla trattativa Stato mafia della Corte di Assise di Palermo del 20 aprile 2018 io (Agostino Pappalardo, ndr) sarei quel dirigente della Dia che avrebbe ostacolato la cattura di Bernardo Provenzano. Da una prima lettura delle sue affermazioni sembra quasi che io sia stato imputato e condannato in quel processo o che quanto meno constatato il mio coinvolgimento nel mancato arresto del Provenzano la Corte avrebbe trasmesso gli atti alla competente Procura per procedere nei miei confronti. Ovviamente è tutto falso." 

Conclude: "Giarrusso non è uno sprovveduto o un ignorante o un semplice avventore da bar. È un senatore della Repubblica componente, appunto, della commissione Antimafia, autore di libri sulla mafia, e con un curriculum di esperto della materia. È un avvocato. Il perché abbia agito in tal modo poco importa. Il dato oggettivo e' il contenuto di tali affermazioni. Che sono comunque lesive della mia onorabilità"

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