Quirinale, oggi probabile voto di posizionamento: nel centrodestra voterà Casellati per misurarsi

Nella votazione di oggi per il Quirinale è probabile che i partiti optino per un voto di posizionamento al fine di svelare il loro reale peso politico: il centrodestra si misurerà indicando Casellati

Probabile fumata nera anche oggi nel voto per il Quirinale: cresce infatti l'ipotesi che per la quinta votazione i partiti scelgano la strada del posizionamento al fine di contare i propri numeri interni. È notizia di questa mattina che il centrodestra si misurerà sul nome di Elisabetta Casellati. "Il più prestigioso" come affermato dal presidente della Liguria Giovanni Toti.

Nel frattempo si attendono gli esiti del vertice tra i grandi elettori del centrosinistra, riunitosi alle 8:30 per decidere la linea da tenere a fronte della conferma della candidatura della presidente del Senato. Nome peraltro già bocciato dai Dem, come ribadiscono le capogruppo Simona Malpezzi e Debora Serracchiani: "Siamo tornati al via, un nome già fatto e sul quale abbiamo già abbondantemente espresso le nostre perplessità". Oggi si dovrebbe decidere peraltro se programmare subito due votazioni o se invece eseguirne una sola anche per la giornata di venerdì.

Quirinale, oggi probabile voto di posizionamento

Nella notte si è invece tenuta la riunione tra i leader del centrodestra, durante la quale Matteo Salvini ha chiarito gli intenti della coalizione: "Domani [cioè oggi ndr] il centrodestra voterà, mi hanno dato mandato tutti a esplorare quale profilo può ottenere più consensi. Mi aspetto sviluppi risolutori e definitivi. Spero che Pd e M5s non votino più scheda bianca e si assumano le loro responsabilità". In pole position resta dunque Casellati, con subito Dietro le ipotesi Casini e Draghi nel caso quest'ultima dovesse fallire la prova del posizionamento.

Difficile però che sulla presidente del Senato il Pd dia il via libera, soprattutto dopo le parole di fuoco twittate da Enrico Letta mercoledì: "Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto". Concetto ripreso nelle ultime ore anche dal vicesegretario Dem Peppe Provenzano: "Meglio ribadire".

In tutto questo resta in campo l'ipotesi del Mattarella bis. Nella votazione di ieri il presidente della Repubblica uscente ha ricevuto 166 preferenze, molte delle quali dicono provenienti dalle fila del M5s. Al momento il capo dello Stato resta in silenzio, dopo aver già ribadito numerose volte la sua indisponibilità a un secondo mandato. Ancor di più che con il secondo mandato di Napolitano, secondo molti un'eventuale rielezione di Mattarella sarebbe la prova del fallimento dell'attuale classe politica, incapace di trovare un'intesa per il bene del Paese anche in un momento emergenziale come quello che stiamo vivendo da due anni.