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Intervista On. Erica Mazzetti (FI): “Berlusconi è il mio leader, Forza Italia è casa mia, il coordinamento una famiglia allargata, la Commissione Ambiente il mio secondo ufficio”

L’Onorevole Erica Mazzetti racconta a Il Giornale d’Italia la lunga militanza in Forza Italia, elogia Silvio, promuove Mario Draghi e manda un messaggio importante ai giovani

22 Dicembre 2021

Erica Mazzetti - Libera utilizzazione

Presentissima sul territorio toscano, in particolare quello di Prato, Erica Mazzetti, classe 1977, è una politica con tanta gavetta. Alle elezioni politiche del 2018, è stata eletta deputata di Forza Italia ed è tutt’ora membro della VIII Commissione ambiente, territori e lavori pubblici.

 

Viene da una un’altra storia politica o è Berlusconiana da sempre?

«Il mio primo voto è stato per Forza Italia nel 1996 e sarà lì fin quando esisterà. Mai avuto dubbi né mai ne avrò: Berlusconi è il mio leader, Forza Italia è casa mia, il coordinamento una famiglia allargata, la Commissione il mio secondo ufficio, il collegio un cliente difficile talvolta ma sempre stimolante».

 

Come si è approcciata a Forza Italia e qual è stato l’iter che l’ho portata ad essere Onorevole?

«Berlusconi ci ha dato un modo di fare politica antico, rispettabile, accorato dentro a nuovi mezzi e nuove strutture. Prima ancora, ci aveva dato una televisione svecchiata e una sessualità finalmente libera. C’è un’Italia prima e un’Italia dopo Berlusconi. Per me, come per tantissimi, è stato l’unica scelta possibile. Da liberale cristiana riformista, con approccio pragmatico alla vita reale e rivolto al bene comune, non potevo che essere berlusconiana: lo ero già senza saperlo. A partire dagli 2000, ho fatto la gavetta nel partito e nelle Istituzioni e ho ricoperto ruoli dirigenziali dentro il partito prima comunale poi provinciale e poi regionale, e nelle Istituzioni venendo eletta nel mio comune di Vernio (PO) dal 2004 al 2014. Sempre a Vernio nel 2009 sono stata candidata a Sindaco con un risultato del 39% e per un piccolo comune dove ancora c’è il “circolo stella rossa” di fronte comune non è facile. Poi nel 2015 arriva la nomina a coordinatore provinciale che mi permette di conoscere a fondo tutto il territorio. L’elezione al Parlamento nel 2018 un momento indelebile che ogni giorno mi stimola a fare il massimo per la gente e le imprese del territorio e per Forza Italia, che mi ha dato questa grande opportunità».

 

Situazione di Forza Italia nel nostro paese, in poche parole.

«Forza Italia è il punto di riferimento per chi voglia un cambiamento graduale nella società attraverso un’azione concreta di governo orientata a obiettivi chiari e sempre con punti fermi valoriali. È il punto di riferimento per chi voglia un Paese efficiente, libero, competitivo e forte ma anche aperto a un mondo globale senza dimenticarci dell’individuo, cuore del nostro pensiero. Negli ultimi anni abbiamo colto l’invito di Berlusconi a strutturare il partito e a renderlo più attivo e partecipe nelle realtà locali e, parlo per la Toscana e il mio territorio, stiamo riuscendo a farlo egregiamente. Forza Italia è fatta di donne e uomini competenti che ascoltano ed agiscono consapevoli di avere alle spalle un grande leader che ogni giorno ci guida come un buon padre di famiglia lasciando a ciascuno di noi libertà di pensiero ed azione. E non succede in tutti i partiti…»

 

Lei fa anche parte della commissione ambiente. Al di là dei problemi climatici, cosa ne pensa della “spettacolare” Greta Thunberg? Ha fatto più bene o male alla sensibilizzazione sul tema?

«Io non amo le risposte facili ai problemi complessi. La mobilitazione dei giovani è positiva e lodevole ma ci sarebbe da preoccuparsi se le agende dei governi globali si basassero su pochi orecchiabili slogan. Come tanti adolescenti anche Greta è esuberante e vorrebbe dare lezioni di vita a chi prima di lei ha vissuto la vita, anche se, fatta eccezione per molte assurdità, ci sono molti giovani che con umiltà si approcciano al tema studiano, conoscono, ascoltano e poi dicono la sua come è corretto che sia. Il tema è delicato e stringente e investe nel profondo le nostre società, i nostri modelli produttivi, arrivo a dire le nostre strutture democratiche. Non mi stanco di dire che la transizione ha qualche opportunità, nel lungo periodo, e molti problemi adesso e nei prossimi cinque anni. Bisogna aver chiari problemi e prospettive, opportunità ma anche ostacoli altrimenti si vendono castelli di sabbia alle persone che poi giustamente si arrabbiano. Un nuovo modello, dunque, deve essere sostenibile a livello ambientale ma anche economico e umano».

 

Da anni, l’Italia non si trova in una buona situazione politica ed economica. Prima la crisi finanziaria, poi il Covid. Crede che il governo Draghi sia l’unico davvero possibile in questo momento?

«Il governo Draghi, che sosteniamo convintamente e senza mal di pancia, è la miglior soluzione per uscire dalla crisi e, soprattutto, per ammodernare il Paese con le riforme e il Pnrr; quindi, non lo vedo a breve scadenza, anche perché il lavoro da fare è ancora molto. Non vedo nemmeno un’altra figura tanto autorevole che, nel breve, possa sostituire Mario Draghi e garantirci uguali o addirittura migliori risultati. Visto, inoltre, che l’emergenza non è affatto passata, ritengo ci occorrano la competenza di Draghi e l’organizzazione di Figliuolo ancora per un po’. Penso che in questo ruolo, nuovo per lui ma che sta interpretando benissimo, faccia bene a noi e a tutta l’Europa. Teniamocelo stretto a Palazzo Chigi».

 

Presidente della Repubblica. Secondo Lei, Silvio Berlusconi ce la farà? Le spalle del Cavaliere, le conosciamo, ma chi potrebbero essere gli oppositori?

«Gli oppositori come i traditori possono essere ovunque, anche dove meno ce lo aspettiamo. Chiedere a Prodi per conferma. Sono partite complesse e possono svoltare senza preavviso. Stiamo parlando del ruolo più delicato della Repubblica ed è giusto che tutti, serenamente, facciano le proprie riflessioni. Noi non abbiamo dubbi e su Berlusconi può esserci un consenso molto più ampio di quanto sembri, anzi, leggo certe reazioni stizzite come segnali che qualcosa si sta muovendo a nostro pro… ma sono sensazioni. Salvini è stato abbastanza chiaro, Meloni nicchia ma adesso il Centrodestra deve dire la sua perché il consenso dev’essere saputo trasformare in fatti e come giustamente ha detto il presidente i voti devono tornare altrimenti un secondo dopo il Centrodestra non esisterà più».

 

Se Draghi, invece, andasse al Quirinale, elezioni subito o governo transitorio?

«È un’ipotesi che, nonostante l’infinita stima per Draghi e la totale condivisione del suo operato, non voglio considerare nel ventaglio delle possibilità, al momento. Vorrebbe dire che il Centrodestra non è stato capace di sostenere un suo candidato in una congiuntura politica irripetibile».

 

Tra crisi varie, redditi a pioggia e sussidi, molti giovani sono scoraggiati nel trovarsi un lavoro. Quale messaggio vuole mandare loro?

«Parlo per esperienza personale. Vivo in una città da sempre votata al lavoro. Il nostro distretto è uno dei più dinamici d’Europa. Cresciamo a pane e fabbrica. Io ho sempre voluto lavorare, ed appena diplomata ho iniziato a fare esperienza nell’ufficio tecnico di famiglia dove passavo molte ore della mia giornata, con passione e sudore. È dura, è dura farsi i clienti, è dura resistere, è dura prendere porte in faccia ma io non accetterei mai di dipendere da un altro, pertanto ne vale la pena. Ognuno metta a frutto il suo talento, che c’è in ognuno di noi. Non è facile oggi ma non è stato facile nemmeno per i nostri nonni e le strade da percorrere ci sono. Serve pazienza, continuità, umiltà, che spesso manca, e un po’ di sacrificio che non guasta per affermarsi».

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