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Quirinale, Meloni flirta con Letta su Draghi. Ma il vero desiderio è il bipolarismo

Il segretario del Partito democratico sdogana il dialogo con la leader di Fratelli d'Italia. I due si studiano e si vedono come i capisaldi del prossimo bipolarismo

10 Dicembre 2021

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni (fonte LaPresse)

Il dialogo è sul Quirinale, ma sullo sfondo c'è un discorso di ben più ampio respiro che guarda al ritorno del bipolarismo. Con loro due a sfidarsi e dunque a rimbalzarsi idealmente il potere "facendo fuori" tutti gli altri contendenti. Giorgia Meloni ed Enrico Letta continuano le manovre di avvicinamento che li hanno portati a lanciare un dialogo del tutto inatteso ma che nella realtà serve a più obiettivi che vanno al di là della sfida sul Colle. Una sfida che potrebbe essere di fatto neutralizzata con una convergenza tra le due ali opposte, che nei piani di Meloni e Letta possono far sfumare il ruolo di tutto quanto si trova in mezzo. 

La strategia di Meloni e Letta: il dialogo non solo per il Colle ma per sfidarsi in una partita a due

Le manovre di avvicinamento vanno avanti da tempo ma la visita del leader piddino ad Atreju è un passaggio fondamentale di questa stessa manovra. La richiesta di una maggioranza larga sulla scelta del prossimo inquilino del Quirinale può sembrare una cosa sensata da dire, e in realtà effettivamente lo è. Ma appunto a monte c'è una strategia ben precisa. Letta lo ha ribadito anche in un'intervista al Corriere.it. "Sono favorevole alla maggioranza larga. Se si riuscisse a comprendere anche l'opposizione sarebbe una cosa positiva. Come è successo nelle fasi difficili della vita repubblicana. Tutti devono partecipare, si rinnova la più alta carica dello Stato". E ancora: "In una situazione eccezionale, come dimostrano le tre priorità, è bene che il o la presidente sia eletto da una larga maggioranza con un largo sostegno perché sarebbe contradditorio che venga eletto da una maggioranza stretta mentre il governo è sostenuto dalla maggioranza più larga della storia repubblicana". Compresa Meloni: "Sì, serve una maggioranza larga, è positivo comprendere l'opposizione ma non ne abbiamo parlato".

La mossa di Letta è stata apprezzata da molti. Per esempio da Maurizio Lupi di Noi con l'Italia. "Sono d'accordo con Letta. Prima di arrivare a discutere di persone, partiamo dal metodo. Sono convinto anch'io che l'attuale opposizione di FdI debba essere coinvolta, vediamo se ci si riesce". Meno entusiasta Matteo Salvini, che si sente tagliato fuori dalle grandi manovre di Letta e Meloni. “Letta-Meloni? Ora mi sto occupando di legge bilancio”. Così il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine dell’assemblea Cna a Roma. "Lascio che si diverta Letta a parlare di Quirinale", aggiunge. 

A disturbare Salvini non è tanto la presunta convergenza su Draghi che potrebbe escludere Silvio Berlusconi dalla corsa, ma appunto lo schema dei due nemici amici per prendere in mano il pallino e giocare una partita a due neutralizzando di fatto Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Italia Viva e mettendo in secondo piano la stessa Lega. Qui non si decide solo chi siederà al Colle, ma si decidono le regole del gioco.
 
 

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