23 Novembre 2021
Fonte: Facebook profilo Simone Pillon
Nella giornata di martedì 23 novembre c'è stata una svolta per molti versi storica riguardo l'eutanasia in Italia. Ad Ancona, nella Marche, infatti, un uomo ha ricevuto l'ok dal Comitato etico per il suicidio medicalmente assistito: l'uomo, 43 anni e tetraplegico da più di 10, potrà da adesso accedere alla procedura per l'eutanasia legale. Naturalmente la notizia ha prodotto un acceso dibattito politico. Se da una parte c'è chi festeggia, d'altra c'è infatti chi grida allo scandalo. Tra questi ultimi, il senatore della Lega Simone Pillon, sentito da Il Giornale d'Italia, ha affermato che sull'eutanasia la pensa "esattamente come il papa", ritenendola "un crimine contro la vita".
"I radicali esultano per l'eutanasia che secondo loro sarebbe stata autorizzata nelle Marche", afferma ancora il senatore leghista. "Silvio Viale si spinge a parlare di una 'vittoria che ci riempie di gioia'. In realtà il comitato etico ha espresso dubbi sia sulla valutazione della sofferenza, visto che il paziente ha rifiutato ogni trattamento analgesico, sia in relazione alla metodologia del trattamento, visto che è stata chiesta la somministrazione di 20 mg di Tiopentone Sodico". Ma cos'è il Tiopentone Sodico? "Si tratta dello stesso veleno che veniva usato per le esecuzioni capitali negli Stati Uniti", risponde Simone Pillon, "e che è ora stato bandito in alcuni Stati perché provocherebbe atroci sofferenze".
Dunque, "a me non pare sia una vittoria, ma al massimo una sconfitta per tutti", afferma ancora il senatore leghista". Per questo motivo "non mi pare si possa parlare di gioia, ma di grande dolore. La vita umana è sacra e inviolabile, sempre. Un impegno autenticamente umano non può mai essere quello di togliere la vita, ma semmai di tentare ogni strada per renderla vivibile". Infine: "Prendiamoci cura delle persone sofferenti e malate, ma fermiamo il suicidio di Stato".
Da quando era diventato tetraplegico, il 43enne portava avanti la sua battaglia per il suicidio assistito. Ad averlo sempre appoggiato era stata l'Associazione Coscioni. "Nessuno - ha detto il 43enne - può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni", e "condannarmi a una vita di torture. Si mettano da parte ideologie, ipocrisia, indifferenza, ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore dei malati".
A dare l'ok al primo caso di eutanasia legale in Italia è stato il Comitato etico. "Il comitato etico ha esaminato la relazione dei medici che nelle scorse settimane hanno attestato la presenza delle 4 condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nella sentenza Capato-Dj Fabo, ovvero Mario è tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale", commenta il legale Filomena Gallo. L'uomo, tetraplegico, "è affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputa intollerabili; è pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli", ha concluso Gallo.
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