Non è l'Arena, Di Maio difende il reddito di cittadinanza ma Giletti lo zittisce

Il pentastellato, ospite da Massimo Giletti su La7, cerca di giustificarsi dopo il maxi-blitz che ha portato alla denuncia di 5mila "furbetti" e alla scoperta di 20 milioni di euro di danno

Luigi di Maio ieri sera, mercoledì 3 novembre 2021, ospite nel salotto di Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7 ha affrontato lo scottante tema del reddito di cittadinanza e dei sempre più numerosi "furbetti" che questo sussidio sembra chiamare a sè. Dopo lo scandalo della maxi-operazione in 5 Regioni italiane che ha portato alla denuncia di quasi 5mila soggetti che percepivano indebitamente il reddito - per un danno complessivo allo stato di ben 20 milioni di euro - Di Maio ha provato a difendere la misura voluta proprio dai pentastellati, ma il padrone di casa lo ha subito zittito. 

Furbetti del reddito di cittadinanza: le assurde scuse di Di Maio

"Il reddito di cittadinanza equivale solo all'1% delle truffe in Italia", ha sostenuto Luigi Di Maio ospite da Massimo Giletti. Peccato che però la notizia resa nota ieri dopo il blitz della Guardia di Finanzia sia solo una delle tante. Quasi ogni giorno infatti media e giornali denunciano casi di uomini, donne e ragazzi che percepiscono il Rdc senza averne diritto. I numeri dei "furbetti" salgono sempre di più, anno dopo anno. Da quando questo sussidio è stato istituito per legge (dopo la lunga battaglia portata avanti dal Movimento 5 Stelle e da Di Maio stesso), sale a oltre 15 miliardi di euro indebitamente sottratti al Fisco il totale del danno fatto proprio da questi soggetti. 

"Combattiamo tutte le truffe al reddito di cittadinanza - ha asserito il pentastellato - ma anche alle pensioni di invalidità, ai bonus familiari, agli assegni familiari. Una cosa non ho capito, Giletti: perché quando lei si è occupato di falsi invalidi, nessuno ha chiesto di abolire le pensioni di invalidità? Noi con Draghi giustamente abbiamo cambiato i meccanismi per evitare queste truffe". La colpa, secondo Di Maio, non è dei 5 stelle o dello Stato, bensì delle Regioni che non riescono a "fare da filtro". 

A queste ultime affermazioni del pentastellato è arrivata la dura replica del conduttore di Non è l'Arena, che ha presto ironizzato: "Allora è sempre colpa di Salvini, ha in mano tutte le Regioni". Ma Di Maio ha risposto: "Da ministro del Lavoro ho messo a disposizione 1,5 miliardi per i centri per l'impiego e non li hanno usati. Ora mettiamo in contatto direttamente le imprese con i percettori. Io nel 2018 ho scritto una legge che diceva: chi rifiuta la proposta di lavoro deve perdere il reddito di cittadinanza. Lo sa perché non sta avvenendo? In alcune zone d'Italia si manda la mail ai percettori, dicendo che c'è un posto di lavoro libero. Dall'altra parte non si apre la mail e così non risulta che abbiano ricevuto un'offerta. Questo - ha concluso infine guardando Massimo Giletti - non è accettabile".