15 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
Non è ancora finito lo champagne stappato per la vittoria alle recenti elezioni comunali, con il ballottaggio in programma tra poche ore in alcune città fondamentali come Roma e Torino, che il Partito Democratico torna a mantenere fede alla sua lunga e celeberrima storia di divisioni, separazioni, scissioni e frammentazioni interne. Stavolta il sasso viene lanciato da Antonio Decaro, presidente dell'Anci e primo cittadino di Bari, che lancia l'idea di un "partito dei sindaci".
"O la musica cambia o faremo nascere un nostro partito dentro il Pd", ha detto Decaro a Repubblica, che rimarca: "Fanno sempre lo stesso errore, non riescono a comprendere quanto siamo decisivi noi sindaci". Per Decaro, "dopo il presidente della Repubblica, i sindaci sono le figure istituzionali in cui i cittadini hanno più fiducia. Rappresentano l'ossatura del Paese. Ma il Pd non li valorizza, se ne ricorda solo a ridosso delle comunali, che il centrosinistra di solito vince, per poi soccombere alle elezioni generali. Negli ultimi 20 anni, le politiche le abbiamo sempre perse, abbiamo governato con i voti degli altri".
Che cosa significa? "Significa - risponde - che se il 4 ottobre avessimo votato anche per il Parlamento, forse non avremmo avuto il medesimo esito delle amministrative. E' qui lo sbaglio: pensare che il successo di 10 giorni fa dipenda da strategie nazionali replicabili tout court". Insomma, Decaro si fa portavoce dei sindaci Pd che ritengono che la vittoria soprattutto loro, e non di Letta o della segreteria. Quindi un trionfo locale, non nazionale.
E se non cambia nulla, Decaro avverte che "rischiamo che nasca il partito dei sindaci dentro il Partito democratico. E se i sindaci si coalizzano, per la forza e il gradimento che hanno, lo governano loro il Pd. Andate in qualsiasi media città o piccolo
Comune e chiedete il nome del parlamentare del territorio. Non lo conosce nessuno. Mentre quello del sindaco sì, sanno pure dove abita e se non lo trovano in municipio gli vanno addirittura a citofonare a casa". Caro Enrico, stai sereno sì, ma fino a un certo punto...
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