01 Ottobre 2021
Fonte: lapresse.it
A pochi giorni dalle elezioni comunali, esplode la polemica su Fratelli d'Italia, accusata di finanziamenti in nero per la campagna elettorale. Alcuni candidati del partito guidato da Giorgia Meloni, da quanto è emerso da un'inchiesta di Fanpage, avrebbero (soprattutto a Milano, ma non solo) ricevuto presunti finanziamenti in nero. La lista di Europa Verde, che appoggia a Beppe Sala, venerdì mattina, ha definito "sconvolgente" l'inchiesta, annunciando tra l'altro un esposto alla magistratura.
Il metodo sotto accusa è quello delle "lavatrici per rendere puliti i soldi versati in nero", descritto da Roberto Jonghi Lavarini, detto il Barone Nero, tra i coordinatori della campagna di alcuni candidati di Fdi, al giornalista che si è finto imprenditore per realizzare il servizio. Era presenta però anche Carlo Fidanza, eurodeputato di Fdi e già consigliere comunale a Milano.
"Se l'inchiesta venisse confermata - hanno commentato i portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli ed Eleonora Evi - questo si chiama riciclaggio". Per questo "è inaccettabile che questi signori rimangano al loro posto un minuto di più". E ancora. "Questa mattina abbiamo inviato alla procura di Milano un esposto con il quale chiediamo l'apertura di un’inchiesta per accertare i fatti esposti nel servizio e nel caso adottare i provvedimenti necessari. Il sistema delle lavatrici di cui ha parlato il Barone Nero potrebbe aver consentito anche il riciclaggio di denaro sporco di dubbia provenienza, e questo è un fatto che va immediatamente accertato".
Intanto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, si difende: "Valuteremo le responsabilità. Vogliamo il girato integrale. Non prenderemo per oro colato quanto riportato con il palese intento di infangare la nostra onorabilità".
Ma non è finita. All'interno del servizio, oltre che di presunti finanziamenti, si sono sentiti anche diversi riferimenti al fascismo e anche a Hitler. "Quello che emerge dall'inchiesta di Fanpage", hanno raccontato giovedì 30 settembre a Piazza Pulita, "fotografa un quadro inquietante e pericoloso su cosa sia il partito della Meloni e sulla galassia nera che gli gravita attorno".
"Ci hanno accusato di usare l'antifascismo come fosse una bandierina e invece avevamo ragione", ha commentato Silvia Roggiani, segretaria metropolitana del Partito democratico. La stessa ha poi spiegato di voler parlare "al di là delle responsabilità penali che spetta indagare alla magistratura".
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