02 Luglio 2021
Mario Draghi (fonte foto Lapresse)
Inizia luglio, inizia una calda estate per il governo Draghi. Sia sul fronte dell'agenda dei lavori e delle riforme, sia su quello dei rapporti politici tra i partiti che fanno parte dell'esecutivo e all'interno dei partiti stessi, in particolare nel Movimento Cinque Stelle che sta vivendo una battaglia interna che potrebbe anche sfociare in una dolorosa scissione.
L'esecutivo ha sì superato lo scoglio dello sblocco dei licenziamenti, ma i temi economici al centro dell'attività di governo sono tanti. L'attenzione si sposta immediatamente sull'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dopo l’ok della Commissione europea e l’approvazione definitiva da parte del Consiglio probabilmente nell’Ecofin del 13 luglio, è prevista entro questo mese l’erogazione del prefinanziamento nella misura del 13% delle somme previste. Si tratta di un assegno da 25 miliardi che verrà assorbito per circa il 63% da interventi che il Pnrr prevede di concludere entro quest’anno.
Non solo. Entro luglio è prevista anche la presentazione alle Camere della Legge annuale della concorrenza 2021 e della Legge delega di riforma fiscale. Mentre per la fine di settembre dovrà arrivare il "Disegno di legge in materia di incentivazione alle imprese e di semplificazione per investimenti nel Mezzogiorno".
Un po' più di tempo c'è invece per altre quattro leggi delega: misure a regime di semplificazione dei contatti pubblici, riforma del processo civile e di strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie, riforma della giustizia tributaria, riforma del processo e del sistema sanzionatorio penale. Dovranno tutte essere pronte entro la fine dell'anno.
Nel frattempo, i tecnici del Mef si adopereranno alla messa a punto della nota di aggiornamento al Def, chiamata ad aggiornare le previsioni economiche e di finanza pubblica contenute nel Documento di economia e finanza. La scadenza in questo caso è fissata al 27 settembre. L'auspicio del governo è di poter alzare fino al 5% la stima di crescita del Pil, attualmente fissata al 4,5%.
Contemporaneamente, ci sono anche numerose grane politiche. La prima e la più evidente è quella interna al M5s. La possibile scissione interna alla forza politica grillina potrebbe aprire squarci all'interno della coalizione di governo. La possibile creazione di un partito di Giuseppe Conte potrebbe a sua volta aggiungere elementi di incertezza, così come un eventuale ritorno al centro della scena di Di Battista, noto oppositore del via libera del M5s al governo Draghi.
E poi c'è la tensione tra le forze opposte che fanno parte del governo. In primis quella tra il Pd di Enrico Letta e la Lega di Matteo Salvini. Il casus belli per l'ultimo scontro è stato la firma, da parte del Carroccio, della carta dei valori della destra sovranista, che dà appoggio al premier ungherese Orban, finito nel mirino dell'Ue. Una mossa che sconfessa di fatto il governo Draghi e che ha portato Letta a criticare e Salvini a rispondere in modo duro: "Se non gli va bene se ne vada dal governo".
L'estate sarà lunga e bollente.
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