24 Giugno 2021
Fonte: Facebook profilo Mario Michele Giarrusso
L'ormai ex pentastellato Mario Michele Giarrusso sfoga, al Il Giornale d'Italia, tutta la sua delusione per come ha visto trasformarsi, in peggio, il Movimento 5 stelle. "Ero scomodo e mi hanno mandato via", esordisce il senatore. "Ero scomodo per la mie battaglie contro la mafia e contro la corruzione". E non è semplice retorica - cui spesso si esibiscono parecchi pentastellati, (e non solo loro, per la verità). A questo proposito, è bene ricordare che Giarrusso, prima ancora della nascita del Movimento - dunque in tempi non sospetti - aveva fatto dell'attivismo contro la mafia une della bandiere della sua vita. Ed era per questo che aveva aderito al Movimento, perché aveva creduto - come molti - in quelle promesse di cambiamento fino a ora mai avveratesi.
Mario Michele Giarrusso ci tiene a precisare che non ha abbandonato il Movimento, ma che è stato il Movimento a volersi sbarazzare di lui. Questo, appunto, "perché ero scomodo". "Ero scomodo per le mie battaglie contro la mafia". Battaglie, asserisce, che "il Movimento non ha mai combattuto", perché, a differenza di quanto aveva promesso, "non ha mai voluto combatterle". Secondo il senatore, c'è stato un momento preciso, nell'evoluzione del Movimento, da segnare in rosso e che ha marchiato lo stesso partito - perché ormai di partito si tratta - di "tradimento". Questo è rappresentato dalla "scelta di Francesco Basentini a direttore del Dap al posto di Di Matteo".
Ora il Movimento vive una fase di profonde trasformazioni - o almeno così pare se si ascoltano le parole di alcuni vertici del partito. Giuseppe Conte sta provando a calarsi in una "nuova veste", e anche per questo motivo sarebbe nato lo scontro con il garante e fondatore dello stesso Movimento, Beppe Grillo. "Resa dei conti tra due miserabili", commenta, senza mezzi termini e senza girarci troppo attorno, il senatore Giarrusso. "Conte non riuscirà mai a creare un nuovo Movimento", dice, intendendo con i termini "nuovo Movimento" quel Movimento che era stato il Sogno - purtroppo solo un sogno - delle origini. "Conte e Grillo fanno parte della stessa cricca, sono due miserabili", continua. "Conte non cambierà nulla e Grillo non si farà da parte", dice ancora Giarrusso.
Il Senatore poi è tornato a puntare il dito sulla "banda di Pomigliano", a cui capo siede nientemeno che Luigi Di Maio. "I suoi amici", dice, riferendosi ai vecchi compagni di scuola e di bagordi del Ministro degli Esteri, "sono stati messi ovunque" e "non hanno mai avuto nessun interesse, se non poltrone e carriere". "Noi del Movimento - prosegue - dovevamo distruggere la vecchia politica. Invece il Movimento ha finito per diventare ancora peggio di quei nemici che voleva sconfiggere". "Quello che non ha funzionato - conclude Giarrusso - è stato il meccanismo di selezione, diventata una mera cooptazione di soggetti incapaci, senza arte ne parte". In poche parole, "di persone peggiori dei vecchi politici".
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