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Tassa di successione, Berlusconi: "No assoluto. Siamo qui per tagliare le tasse"

Il Cav categorico a respingere la proposta di Letta: "No assoluto a tassa successione e patrimoniale"

14 Giugno 2021

Tassa di successione, Berlusconi: "No assoluto. Siamo qui per tagliare le tasse"

Fonte: lapresse.it

"Al governo per il taglio delle imposta, la riforma fiscale è un obiettivo", e "no a patrimoniale e tassa di successione", ha affermato il leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi. Le parole del Cavaliere sono contenute in una lettera che Il Giornale pubblicherà nella giornata di martedì 15 giugno. "La riforma fiscale è uno degli obbiettivi con i quali partecipiamo al Governo Draghi. La riforma fiscale -insieme a un uso accorto delle risorse del Recovery Plan e ad altre riforme essenziali come quelle della pubblica amministrazione e della giustizia- è la condizione assolutamente necessaria perché le aziende possano tornare a fare utili e a creare occupazione".

Tassa di successione, Berlusconi: "No assoluto. Siamo qui per tagliare le tasse"

Questo, continua l'ex Premier, "perché le famiglie possano riprendere a consumare e a risparmiare". E ancora: "La nostra proposta finale rimane quella della flat tax. La realizzerà il futuro governo di centrodestra, ma fin d’ora è indispensabile un robusto taglio delle imposte".

"Per questo - ha continuato Silvio Berlusconi - Forza Italia ha elaborato una proposta di riforma fiscale realisticamente praticabile con il governo in carica. La nostra proposta si fonda su una no tax area per i primi 12.000 euro di reddito e solo tre aliquote, molto più basse (non oltre il 23%) per i successivi scaglioni di reddito successivi, che abbiamo rivisto e razionalizzato. A questo naturalmente si accompagna il nostro no assoluto a qualsiasi forma di patrimoniale o di tassa di successione".

"Infine, per eliminare una volta per tutte la tentazione del Governo di turno di usare la leva delle tasse in modo eccessivo, chiediamo di introdurre in Costituzione, così da non poterlo più mutare, un tetto massimo alla imposizione fiscale".

Tassa di successione, Letta: "Riguarda l'1% ma ha scandalizzato il 99%"

Il segretario del Pd, Enrico Letta, ospite di Rtl 102.5, era tornato a parlare della tassa di successione, idea lanciata qualche settimana fa per tassare i patrimoni multimilionari. Ma un'idea, dice l'ex Premier, che ha "scandalizzato" la destra e i populisti. "In Italia la tassa di successione ha un gettito minimale, è un regalo che si fa ai ricchi del nostro Paese. Non c’è nessun sudore a ereditare patrimoni milionari, uno dei capisaldi dello Stato liberale è partire dallo stesso punto", ha spiegato meglio la sua posizione il dem.

"In Italia non deve essere uno scandalo reintrodurre una tassa di successione sui patrimoni plurimilionari – ha aggiunto l'ex Premier -. Riguarda l’1% della popolazione e mi sono stupito nel vedere l’altro 99% scandalizzarsi". Enrico Letta ha proposto questa riforma per "lasciare una dote" ai 18enni. Ed effettivamente ha ragione quando asserisce che sulla tassa si è alzato un muro di sbarramento più alto del previsto, proprio perché sarebbe una tassa che colpirebbe solo una percentuale minima della popolazione.

Tuttavia, quello che Letta non ha considerato è che gli italiani, alle prese con la pandemia Covid 19, non ne possono più di sentir parlare di "tasse" (anche se non ne verrebbero colpiti). Al contrario, vorrebbero soluzioni e aiuti per uscire dalla crisi. Sebbene dunque la proposta di Letta, nei fatti, potrebbe essere stata pensata proprio come un aiuto, con il suo modo di comunicare, l'ex Premier potrebbe essersi messo da solo il bastone tra le ruote. A questo bisogna inoltre aggiungere che, prima della tassa di successione, il dem aveva proposto lo Ius soli, cioè la "cittadinanza facile per gli immigrati", per usare la descrizione - per altro semplicistica - di Matteo Salvini. In pratica, Letta dovrebbe capire che non sono sbagliate le sue idee, almeno non necessariamente, ma potrebbero esserlo i tempi e i modi.

Tassa di successione, la destra attacca Letta

Il leader della Lega Matteo Salvini e la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, di cui il primo è proprio al Governo assieme a Letta mentre la seconda è all'opposizione, si sono duramente opposti alla tassa di successione. Il capo del Carroccio, in particolare, ha asserito che "il Pd è il partito delle tasse". E ancora: "Se si tassano i ricchi, questi scappano all'estero chiudendo le aziende in Italia".

Ma non solo ci sono state proteste a destra, anche Matteo Renzi ha aspramente criticato la tassa di successione. "L'idea di alzare le tasse è una follia", ha detto il leader di Italia viva, ospite di 'Zona bianca', su Rete 4. "Il bonus ai 18enni è una buona cosa, l'idea di alzare le tasse è una follia", dice ancora Renzi. "Nel 2013 - continua - Letta da premier alzò l'Iva". Si tratta di un "atto di masochismo promettere di aumentare le tasse, Draghi è stato bravissimo".

Il leader di Italia viva, dunque, almeno su questo fronte, ribadisce di avere una posizione contraria e molto simile a quella di un altro Matteo, il leader della Lega Matteo Salvini. Quest'ultimo, forse con parole un pelo più grezze di quelle di Renzi, ha dichiarato che Letta pensa solo a tasse e migranti. "Questi sono matti - ha infatti continuato il capo del Carroccio -. Poi dicono che sono io a destabilizzare il Governo. Non è vero, sono loro."

Blocco dei licenziamenti, Letta: "Salvini ci ha lasciato soli e ora interviene"

Enrico Letta ha poi parlato del blocco dei licenziamenti. "Il confronto si fa, si farà, con la Lega e con gli altri partiti di maggioranza, su come far sì che i lavoratori italiani vivano la ripartenza della nostra economia in una situazione nella quale sono stati protetti dal blocco dei licenziamenti", ha iniziato il segretario Pd.

E ancora: "Un blocco che ha protetto una parte dei lavoratori, ma tantissimi altri hanno perso il loro posto di lavoro nonostante queste norme, per un mercato ormai troppo precario". "L’apertura di Salvini si riferisce al blocco dei licenziamenti che noi volevamo prorogare, nel confronto interno al governo abbiamo chiesto di prorogarlo, soprattutto per i settori più colpiti – ha concluso Enrico Letta -. Su questo Salvini ci ha lasciato soli e ora interviene, per questo c’è scetticismo, noi siamo per la linearità”

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