28 Maggio 2021
Fonte: lapresse.it
Se Mario Draghi venisse eletto presidente della Repubblica dopo Sergio Mattarella, Renato Brunetta sarebbe premier pro tempore. Questo "per legge" e sempre ammesso che non si decida di andare alle Urne. A rivelare la dinamica è stato Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale. L'esperto ha parlato nel corso di un intervento alla trasmissione Un giorno da pecora, in onda su Rai Radio 1.
Sono in molti a volere Mario Draghi presidente della Repubblica. Ma, se venisse eletto, e quindi se dovesse "ereditare" la carica ora di Mattarella, non potrebbe rimanere Presidente del Consiglio. Questo per la buona regola che una democrazia i poteri devono essere divisi. Dunque, nel caso in cui Mario Draghi dovesse salire al Quirinale, dovrà per forza di cose lasciare il suo incarico di Premier.
Quindi si apriranno due strade. La prima prevede nuove elezioni, quindi una nuova maggioranza e di conseguenza un nuovo premier. La seconda che a "ereditare" la carica di Presidente del Consiglio sarà Renato Brunetta, attuale Ministro della pubblica Amministrazione e attuale "ministro più anziano". La seconda ipotesi è però la più probabile, in quanto nuove elezioni ci potrebbero essere solo in caso in cui non ci sia più una maggioranza a sostegno del Governo. Terza ipotesi: i partiti potrebbero muoversi per creare un'altra maggioranza, e di converso un altro Governo, che poi sarebbe il quarto delle legislatura, con un nuovo Premier.
Lo scenario, dice Sabino Cassese, rispondendo ai conduttori Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, “è abbastanza semplice. Il presidente del Consiglio si dimette mandando una lettera di dimissioni al Presidente della Repubblica in carica". Che è Sergio Mattarella. "Perché lui è stato eletto ma non ha ancora giurato". Quindi "deve comunicare le sue dimissioni al vicepresidente del Consiglio dei ministri. Se non c’è il vicepresidente, supplente sarà il ministro più anziano d’età, il professor Renato Brunetta".
"In qualche caso i Presidenti della Repubblica, per agevolare il passaggio, si sono dimessi in anticipo, Pertini ad esempio, per non far passare troppo tempo tra l’elezione e il giuramento. Nel momento in cui il Presidente della Repubblica avrà giurato, a quel punto il presidente supplente per una regola di cortesia costituzionale presenta le dimissioni. A quel punto Draghi comincia le consultazioni per vedere se c’è la maggioranza e così - conclude Cassese - abbiamo fatto un bel raccontino di fantascienza".
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