24 Aprile 2021
La mesta vicenda della famiglia Grillo, esternata dalla torbida uscita sui media del capofamiglia, chiude un decennio di bugie e di follie, costate un prezzo altissimo all’Italia, ridotta ad avere come principale leader della politica nazionale, un comico di medio livello teatrale.
Non si conosce bene quali siano stati gli sponsors originari del Movimento Cinque Stelle.
Si sa per certo che gli USA di Obama, dal 2008 in poi, contrastarono duramente la leadership di Berlusconi in Italia.
L’indipendenza in politica estera, compresi gli stretti rapporti con Putin, Gheddafi, Mubarak ed Erdogan e soprattutto la politica energetica, condotta con nuova incisività ed aggressività internazionale dall’ENI, diretto da Paolo Scaroni, stava disturbando non poco gli interessi delle majors energetiche di Oltreoceano.
In questo contesto i bene informati sostengono che, dopo gli infiniti attacchi giudiziari e i gossip sulla vita privata, andati pressoché a vuoto, i nemici interni ed esterni del Cavaliere accarezzarono l’idea di contrastarlo, insieme all’establishment da lui rappresentato, direttamente dentro il Parlamento. Furono, in quel periodo, favorite le scissioni dal partito di maggioranza di Gianfranco Fini prima ed Angelino Alfano poi e contemporaneamente si pensò alla creazione di un nuovo movimento, di forte impatto mediatico, fondato sullo slogan dell’ “anticasta”, già sperimentato con successo, ai tempi di mani pulite, che aveva causato la fine della prima Repubblica.
GianRoberto Casaleggio, ex dirigente Olivetti, molto intelligente e scaltro, ben introdotto, fra l’altro, negli USA, divenne il motore di questa importante operazione politica, resa possibile soltanto, se sostenuta da influenti riferimenti economici e di potere.
Il personaggio, grande esperto di informatica, di Internet e di utilizzo della rete, ha creato così, a tavolino, alla fine del 2009, insieme ad un gruppo di validi esperti, con genialità e spregiudicatezza, un movimento che aveva i seguenti requisiti: drasticamente antipolitico e anticasta e gestito attraverso una rete, sbandierata come trionfo della democrazia e della trasparenza ed invece finalizzata ad essere un facile strumento di manovra.
Come bacino di voti si sarebbe dovuto guardare inizialmente al Sud del paese, essendo il Nord già saldamente presidiato da Lega e da Forza Italia e il Centro dal Partito Democratico. Ottenuto il potere, l’interesse si sarebbe poi potuto spostare, anche in direzione delle Alpi.
La classe dirigente avrebbe dovuto essere assolutamente sconosciuta, raccogliticcia e generalmente di scarso livello, per essere più facilmente manovrabile.
In questo moderno circo Barnum, c’era infine bisogno di un buttafuori.
Chi meglio di Beppe Grillo avrebbe potuto dissacrare impunemente, attraverso la millantata copertura della comicità, la classe politica e dirigente del paese?
Fu scelto proprio lui anche perché, essendo stato condannato per la morte della famiglia Giberti: padre, madre e figlio, sarebbe stato ineleggibile e non candidabile a cariche pubbliche, come in effetti poi avvenne.
Ciò avrebbe soprattutto blindato la leadership di Casaleggio, mettendola al riparo da qualsiasi altra velleitaria ambizione. In questa costruzione perfetta, in cui nulla era stato lasciato al caso, i risultati elettorali si sono visti molto presto: positivi e copiosi.
Con la morte prematura di GianRoberto Casaleggio nel 2016, lo scenario è improvvisamente cambiato e Il Movimento Cinque Stelle, privato all’improvviso del suo burattinaio, dopo un breve periodo, dovuto ad un effetto di trascinamento, ha iniziato a sfocare le sue strategie e le sue mosse. Soprattutto i suoi seguaci, orfani del manovratore, si sono rapidamente liquefatti.
Grillo, di punto in bianco, ha dovuto assumere, suo malgrado, un ruolo imprevisto e assolutamente non suo: quello di leader politico.
I grillini, senza una vera guida, attratti fatalmente dal potere, sono entrati, in poco tempo, in tutti i governi, insieme agli ex odiati partiti, nessuno escluso, combattuti e dileggiati per anni. Gli stessi hanno poi, via via, sconfessato le loro storiche battaglie, rinunciando a tutti i capisaldi, con i quali avevano affascinato gli elettori.
Anche loro, rapidamente, sono entrati pertanto nella categoria dei “bugiardi della politica”, non più credibili, casta nella casta.
Oggi, in una specie di nibelungico sacrificio finale, muore anche l’immagine del buttafuori, un uomo che, per difendere il figlio accusato di stupro, confonde politica con giustizia, etica con opportunismo, leadership con interessi personali, diventando soltanto il comico di sé stesso.
La costruzione artificiale, creata a suo tempo da Casaleggio, è così degradata definitivamente a “mistero buffo”, secondo la bella metafora di Dario Fo.
Rimane invece ancora irrisolto un mistero, tutt’altro che buffo, rappresentato dai vari incontri sospetti e ingiustificati, avvenuti nel corso di questi ultimi due anni, tra il cittadino Beppe Grillo e l’Ambasciatore Cinese a Roma e di cui non si sono mai conosciuti i contenuti.
Ma questa purtroppo è un’altra storia.
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