26 Febbraio 2021
Governo Draghi, fonte lapresse.it
Nessuna scusa per le aziende farmaceutiche in ritardo con le commesse sui vaccini. Il premier Mario Draghi sposa la linea dura per le aziende inadempienti e lo fa, in videoconferenza, al suo esordio in Consiglio Europeo. Cinque ore di incontro, con gli altri partner europei, per parlare della questione vaccini ma anche di un altro importante argomento, quello relativo al certificato digitale, con criteri comuni, che consentirebbe di avere accesso agli Stati membri e di riaprire, un passo alla volta, le società. “Le compagnie farmaceutiche non rispettano gli impegni presi “non dovrebbero essere scusate” questa la posizione del nostro presidente del consiglio che ha anche sottolineato come i vaccini siano l’unica possibilità per uscire dal tunnel.
La situazione della pandemia sul piano europeo, come convengono tutti i capi di stato, resta seria e le nuove varianti aggiungono nuove sfide. Il vaccino resta l’unica soluzione e la necessità di accelerare sulla campagna vaccinale, ad oggi in ritardo in tutta Europa, è palese. In questa situazione, "i viaggi non essenziali devono essere limitati", ma le restrizioni devono essere "proporzionate e non discriminatorie". Il flusso di merci e servizi nell'Ue deve continuare a scorrere senza intralci, "anche facendo uso delle corsie preferenziali".
Ursula von del Leyen, presidente della commissione europea, Ursula von der Layen ha ribadito l’importanza dei “Green Lanes” e l’importanza dei test rapidi, in particolare per gli autotrasportatori. Oltre ad appoggiare gli sforzi della Commissione per aumentare la produzione di vaccini nell'Ue, i leader sottolineano che "le società farmaceutiche devono assicurare la prevedibilità della produzione e rispettare le scadenze contrattuali di consegna".
Durante l’incontro si è parlato, anche,di certificati vaccinali, per i quali, secondo i capi di Stato, deve essere adottata una politica comune. Von der Leyen ha spiegato: “Serviranno tre mesi per sviluppare un sistema interoperabile a livello europeo” che consenta un certificato covid.
"I dati sensibili resteranno negli Stati membri" e il certificato conterrà "informazioni molto semplici, che siano rilevanti per attraversare i confini", come l'avvenuta vaccinazione, la negatività ad un test Pcr o l'immunità alla Covid-19 acquisita contraendo la malattia. "E' importante avere una soluzione europea, perché sappiamo che Google e Apple stanno già offrendo soluzioni all'Oms", ha aggiunto von der Leyen.
Molti Stati chiedono che la certificazione sia titolo necessario per poter viaggiare, in particolare i Paesi del sud Europa, che sperano con questo documento di salvare la prossima stagione estiva. “Questo certificato non è per domani ma per questa estate” ha frenato il presidente francese Emmanuel Macron.
Sulla richiesta di fare di questo certificato un titolo necessario per poter viaggiare, spinta da diversi Paesi del Sud Europa per salvare la stagione estiva, il presidente francese Emmanuel Macron, in videoconferenza stampa dall'Eliseo, a Parigi, ha frenato: "Questo certificato non è per domani, ma per quest'estate", ha detto.
"Stiamo vaccinando ancora le persone più anziane e il personale medico” ha ricordato il numero uno dell’Eliseo non possiamo farne una condizione" per poter viaggiare. "Non si devono confondere le posizioni forti spiegate da alcuni Paesi ai loro soggetti economici con una giusta preparazione, che durerà mesi. Bisogna spiegare e preparare tecnicamente, ma alla fine avremo un approccio comune europeo, che è nell'interesse di tutti. Lavoreremo insieme e troveremo le giuste soluzioni tecniche" ha concluso.
Contemporaneamente a Roma, si lavora per un vaccino italiano: con il ministro allo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che ha riunito attorno al tavolo il numero uno di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri e il presidente dell'Aifa Giorgio Palù. Tante le incognite, tra queste i tempi lunghi, la scarsa presenza di bioreattori, la lista dei siti da 'arruolare' per ingranare la marcia e finalmente accelerare. Sullo sfondo, poi, una questione decisiva, in cui l'Europa gioca un ruolo determinante: la possibilità di sospendere i brevetti sui vaccini per consentire a tutti, Italia compresa, di produrli.
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