Di Pierfranco Faletti
20 Febbraio 2021
Fonte: lapresse.it
Pochi conoscevano il suo nome, quando fu nominato Commissario per l’emergenza pandemica. In Italia era nota soltanto una sola Arcuri: è donna, è bellissima, si chiama Manuela e non si occupa di banchi a rotelle. Dopo il Premier Draghi, oggi, invece, la persona più popolare d’Italia, nel senso che tutto il popolo la conosce, è Domenico Arcuri, detto Mimmo.
C’è chi lo esalta come un Superman, a cominciare da chi lo ha nominato, c’è chi lo denigra, come corresponsabile del fatto che l’Italia sia ai vertici nel numero di decessi per COVID-19, rispetto al numero dei suoi abitanti. È certo che, dopo un anno di malattia, il paese non ha sostanzialmente migliorato la struttura complessiva del suo sistema sanitario, soprattutto in riferimento al COVID.
Ad Arcuri alcuni attribuiscono tutti i mali sanitari del paese e certamente questo non è vero. È indubbio però, che il manager di Stato è “commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica”, nominato dal Presidente del Consiglio, è contemporaneamente
Amministratore Delegato di Invitalia, “agenzia nazionale per l’attuazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa”, dipendente dal Ministero dell’Economia, è al vertice del piano di vaccinazione nazionale, alle dipendenze del Ministro della Salute ed infine, dulcis in fundo, è in procinto di dirigere l’ILVA, la maggiore impresa italiana di produzione di acciaio.
Quattro impieghi, con tre diversi referenti, che toglierebbero il fiato a Mandrake. Infinite competenze, enormi poteri, tanti amici che, quando ben remunerati, sembra siano sempre pronti a dargli una mano, per acquistare mascherine od altro. Forse, dopo Giovanni Agnelli senior, Enrico Mattei e pochissimi altri, nessuno, in Italia, aveva mai tanto spaziato come lui, ovunque e dovunque! Qualora tutto ciò avesse portato a dei risultati positivi, “il popolo” avrebbe applaudito. È avvenuto per vent’anni anche con il Duce. Nel caso di Arcuri invece, i risultati sono stati subito insoddisfacenti e la sua prudenziale decisione di abolire le periodiche conferenze stampa, denota forse che, anche lui, se ne rende conto e noi ci auguriamo ardentemente, che se ne renda conto presto anche il nostro Premier.
iGdI TV
Articoli Recenti
Più visti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Sergio Luciano - Reg. Trib. di Milano n° 40 del 14/05/2020 - © 2020 - Il Giornale d'Italia