01 Febbraio 2021
Roberto Fico (fonte foto LaPresse)
Nessun documento sottoscritto dalle parti verrà firmato al termine del tavolo di lavoro voluto da Roberto Fico per uscire il prima possibile dalla crisi di Governo: è questa la conferma che arriva da alcuni partecipanti all’incontro usciti per una pausa a metà giornata.
Mentre è in corso la riunione a Montecitorio alcune fonti di Iv hanno spiegato che il loro partito, in realtà, chiederà che dall’incontro si esca con un documento. E questo richiesta, già , rischia di inchiodare l’accordo. La proposta di Italia Viva è stata quella di una bicamerale sulle riforme con presidenza alle opposizioni. “Non si può pensare di fare da soli. Recovery e riforme sono terreni su cui coinvolgere l'opposizione" ha spiegato Ettore Rosato alla trasmissione Tagadà in onda su La7.
Intanto si continua a trattare sui programmi: il dibattito tra i gruppi va avanti punto per punto su tutti i temi di confronto della maggioranza. Tra gli argomenti più scottanti la Sanità e i fondi del Mes. Italia Viva ha ribadito la posizione espressa in questi ultimi giorni: ci vogliono più risorse per la Sanità e quindi il Mes serve, anche in forma parziale. Una posizione non distante da quella del Pd, soprattutto sulla necessità di destinare finanziamenti alla Sanità. Il M5S da questo orecchio non vuole proprio sentirci e continua a fare muro sul ricorso alla linea di credito salva Stati.
Questa mattina, hanno raccontato i capigruppo, il presidente della Camera Fico ha introdotto la riunione lasciando, poi, ai rappresentanti della maggioranza il confronto sulle differenti tematiche. Nel dettaglio, nella prima parte dell’incontro, l'attenzione si è concentrata su lavoro, riforme istituzionali e riforma elettorale. Nove, in totale, i capitoli da affrontare. Fico ha, anche, messo a disposizione dei gruppi altre sale, oltre a quella della Lupa dove si tiene la sessione principale dei lavori, per far svolgere tavoli tematici sui singoli argomenti e procedere ancora più speditamente. Ma i capigruppo hanno preferito procedere con una riunione unica.
Il tavolo, così, procede lentamente ed i capigruppo della maggioranza, dopo tre ore di lavoro, sono riuscite a chiudere solo il capitolo 1, quello inerente alle politiche attive del lavoro. "Si è deciso che il documento della maggioranza del 2 dicembre scorso contiene considerazioni che sono valide ancora oggi", ha spiegato all'Adnkronos uno dei rappresentanti politici presenti al tavolo. “Il presidente Fico ha attivato il confronto che ora deve essere portato avanti dalle forze politiche", hanno spiegato dal suo staff. Per ora la strada sembra lunga e tortuosa. "Dovrebbero riuscire a sbloccare in un giorno quel che è fermo da oltre un anno", ragiona un ministro M5S, osservando da lontano quel che avviene a Montecitorio. Intanto il tempo stringe: domani Fico è atteso al Quirinale ed il Presidente della Repubblica vuole che si esca dalla crisi velocemente. Come sempre il confronto non è solo sui programmi ma, anche, sui nomi,
Il Pd, infatti, blinda il premier Giuseppe Conte e il ministro Roberto Gualtieri. "Sono fiducioso che la disponibilità data da tutti coloro che stanno concorrendo a questo tentativo sia sincera" e "la sostanza credo che sia positiva, va incoraggiata", ha detto il numero uno Pd Nicola Zingaretti a margine di un evento della Regione Lazio.
"Proprio perché gli impegni sono complessi è giusto che ci sia un confronto schietto dove tutti, compreso il Pd, portino i loro contributi", ha proseguito il leader dei democratici. Alla domanda se Conte e Gualtieri sono punti fermi la risposta di Zingaretti è stata: "Questa è una di quelle cose che non vanno nemmeno ripetute, altrimenti diventa una notizia. C'è un confronto e sono sicuro che si arriverà a una soluzione. Ora è il momento del confronto".
"Penso che questa crisi di governo sia una disgrazia, non capitata, ma voluta: il Movimento 5 Stelle si pone con responsabilità, come ha sempre fatto dalla campagna elettorale del 2018, quando ha portato avanti i propri temi, ma ha detto ai suoi elettori che, se non ce l'avesse fatta da solo, avrebbe chiesto a chi ci stava", sono state le parole del sottosegretario di Stato Gianluca Castaldi, ospite questa mattina ad Agorà, su Rai Tre.
"Noi abbiamo una personalità, una figura politica che ha ottenuto risultati economici e si è fatto apprezzare in Europa” ha proseguito” Possono essere criticate delle scelte, ma non si può criticare la dedizione al lavoro del Presidente Conte e quella dei parlamentari: il Parlamento non ha mai lavorato con tanta intensità". La posizione del Movimento, ha concluso, "è chiara: 92 senatori, un terzo del Senato, è sul Presidente Conte. Non c'è un governo senza Conte Premier. Motivazioni reali di una crisi non ce ne sono".
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