21 Gennaio 2021
Salvini Conte (foto LaPresse)
La Lega è ancora la prima forza politica del Paese ma un eventuale partito del premier Giuseppe Conte varrebbe ben il 16% dei consensi provenienti per lo più dagli elettori vicini ai suoi alleati. Sono queste le indicazioni che emergono dal sondaggio commissionato da La7 alla società Swg.
Un successo, quindi, sia per il leader del Carroccio che per il presidente del consiglio, ma non è tutto oro quello che luccica. La Lega pur mantenendo il primato, ormai, da tempo, è in costante calo e quel 21,8% che gli viene attribuito, oggi, in termini di consensi, è ben lontano dai fasti del passato. Salvini sembra aver perso lo smalto che lo aveva portato a superare quota 34% alle europee, ed anche la sua leadership nel centro destra non è più così salda.
I suoi compagni di brigata, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, a differenza sua sono in crescita. Fratelli d’Italia, grazie alle innegabili doti politiche della sua leader, ha guadagnato continua credibilità e voti, erodendo, in parte proprio, il tesoretto della Lega. Se si andasse a votare, oggi, tenendo conto, anche, di un partito di Giuseppe Conte che, oggi, non c’è, la Meloni metterebbe in saccoccia il 15,9% delle preferenze, alle spalle proprio dell’avvocato del popolo che, come sottolineato in apertura, con il suo 16%, sarebbe il secondo partito d’Italia. Prima di passare agli altri partiti di governo, una menzione a parte la merita Forza Italia: con un balzo inaspettato oltre il 10% Silvio Berlusconi, ben lontano dallo smalto del politico che abbiamo imparato a conoscere negli anni scorsi, stupisce ancora andando a raccogliere molti dei voti dei moderati di centrodestra che non si riconoscono nella Lega e in Fratelli d’Italia.
Il dato più interessante, tuttavia, è rappresentato dai partiti che in questo momento sono al Governo. Infatti, se Giuseppe Conte si presentasse alle elezioni, sarebbero proprio Pd e Movimento 5stelle a subire il colpo più duro in termini di calo di voti, visto che è proprio dall’area degli elettori di centrosinistra che arrivano le preferenze all’attuale premier. Il Pd perderebbe parecchio, finendo addirittura fuori dal podio, quarto partito al 15,4%. Andrebbe ancora peggio per Di Maio e compagni, che si ritroverebbero al 10,1%, probabilmente un emorragia di voti che risulterebbe gradualmente per loro fatale. Analizzando i dati in questione si può dedurre come un partito del premier, che evidentemente è apprezzato da una buona fetta dell’elettorato di centrosinistra, poco servirebbe ad evitare il successo quasi certo del centrodestra alle prossime elezioni: la distanza sarebbe ancora quella di 5/6 in percentuale.
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