30 Dicembre 2020
Il V-day del 27 dicembre 2020
Non è certo stato un bel biglietto da visita lo spettacolo offerto dall’Unione Europea in occasione del V-day. Secondo quanto preannunciato dalle istituzioni europee nelle scorse settimane, il 27 dicembre sarebbe dovuta essere la data simbolo della rinascita dell’Europa, l’inizio di una nuova fase post-pandemia. In occasione del V-day, appunto, sono cominciate le campagne di vaccinazione all’interno degli Stati membri della UE, in seguito all’approvazione del vaccino prodotto dalla Pfizer.
Una quantità simbolica di 9750 dosi per ogni Paese, è stato il diktat di Bruxelles, che sarebbe poi incrementata a seconda dei vari piani di vaccinazione allestiti dai vari governi. Appare dunque davvero ingiustificabile il fatto che, ad oggi, dopo solo due giorni dall’inizio della campagna di vaccinazione, alcuni Paesi abbiano molte più dosi di altri. L’idea era quella di far partire tutti dalla stessa linea, in modo che poi ognuno seguisse la sua strada, anche perché la Sanità non è un tema di competenza europea, bensì relegato ai singoli Stati membri.
Ma così non è stato, anche perché alcune capitali sono riuscite a mettere le mani su dosi molto maggiori di quanto stabilito in precedenza. La notizia, confermata dal Ministro della salute tedesco, che la Germania avesse ricevuto più di 150 mila dosi nella sola giornata del 27 ha fatto storcere il naso ai più, ma subito si sono affrettate le spiegazioni per questo fatto insolito.
La versione ufficiale sostiene che si sia trattato di un anticipo sulla prima fornitura destinata a Berlino, e che dunque in realtà ogni Stato abbia ottenuto lo stesso numero di dosi. Anche la sottosegretaria italiana alla Salute, Sandra Zampa, ci ha tenuto a precisare che “si tratta di una polemica assurda. Il numero di dosi assegnato a Berlino per il Vax-day era di 11 mila dosi e non 150mila. Che si riferiscono evidentemente alla prima vera fornitura.” Anche dall’ufficio del commissario Arcuri ci hanno tenuto a sottolineare come la notizia che la Germania avesse ottenuto 150 mila dosi, contro le meno di 10 mila ricevute dall’Italia, andasse analizzata tenendo conto del fatto che le dosi ricevute da Berlino tengono conto delle successive forniture che spettano ai tedeschi, mentre in Italia queste arriveranno a partire dal 28 dicembre.
La realtà è ben presto spiegata. Berlino ha concluso un affare separato con la Pfizer, acquistando in separata sede, rispetto al piano di suddivisione europeo, 30 milioni di dosi dall’azienda farmaceutica. Allo stesso modo, sembra che il governo tedesco sia prossimo alla chiusura di un patto simile con l’americana Moderna. Complici i ritardi di AstraZeneca e Sanofi, su cui la Commissione europea aveva puntato tantissimo, Berlino ha deciso di muoversi comunque in autonomia. Alle 55,8 milioni di dosi che arriveranno alla Germania durante questa prima fase, si aggiungono quelle acquistate con gli accordi bilaterali, che permetteranno a Berlino di muoversi in anticipo sugli altri partner europei.
Anche Parigi ha ricevuto, solo al primo round, più del doppio dei vaccini che abbiamo ricevuto noi in Italia. Sembra dunque gi evaporata la volontà dell'UE di marciare unita nella lotta al Covid-19. I Paesi più ricchi si muovono in autonomia, lasciando gli altri allo sbando.
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