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Mediobanca, presentata Indagine sul settore vinicolo in Italia: nel '23 la produzione di vino calata del 23,2% e i consumi dell'1,6%

L'Area Studi Mediobanca ha analizzato 253 società vinicole italiane con un fatturato 2022 superiore a 20 milioni di euro, coprendo l'88,4% del fatturato del settore

11 Giugno 2024

Mediobanca, presentata Indagine sul settore vinicolo in Italia: nel '23 la produzione di vino calata del 23,2% e i consumi dell'1,6%

L'Area Studi Mediobanca ha pubblicato l'Indagine sul settore vinicolo in Italia, esaminando 253 delle principali società di capitali italiane con un fatturato 2022 superiore a 20 milioni di euro e ricavi complessivi di 11,8 miliardi di euro, rappresentanti l'88,4% del fatturato nazionale del settore. Lo studio si concentra sui vini DOP e IGP, le principali operazioni di M&A e la sostenibilità.

Lo scenario mondiale in pillole 

Nel 2023, la produzione mondiale di vino è stimata a 237 milioni di ettolitri, con un calo del 9,6% rispetto al 2022. Il consumo mondiale è sceso a 221 milioni di ettolitri (-2,6%). La domanda è influenzata dal ricambio generazionale, modelli salutistici e cambiamenti climatici, causando una diminuzione dei consumi di vino rosso (dal 51,3% al 48,3%), mentre aumentano quelli di vini bianchi (dal 40% al 42,2%) e rosé (dall'8,7% al 9,5%). In Italia, la produzione è calata del 23,2% e i consumi dell'1,6%. Tuttavia, il saldo commerciale italiano è positivo, crescendo del 5,5% annuo in 20 anni, raggiungendo 7,2 miliardi di euro nel 2023. L’Italia è il primo esportatore di vino in quantità e il secondo in valore, dietro alla Francia.

Il 2023 e oltre per il settore vinicolo italiano

I maggiori produttori di vino prevedono per il 2024 una crescita delle vendite complessive del 2,6% e dell'export del 3%. Le bollicine mostrano ottimismo, con un aumento dei ricavi del 3,7% e dell'export del 6,8%, mentre i vini fermi prevedono un +2,3% nelle vendite e un +2,2% nell'export. Nel 2023, i produttori italiani hanno registrato una leggera diminuzione complessiva (-0,2%), con un calo sul mercato interno (-0,7%) e una lieve crescita all'estero (+0,3%). I vini frizzanti hanno performato bene all'estero (+2,5%). L'Ebit margin è aumentato dell'1,4%, con un rapporto netto/fatturato del 4,2%. I quantitativi venduti sono diminuiti del 4,5% a causa dell'inflazione, che ha penalizzato i vini di fascia intermedia (-10,1%). In calo anche i vini di fascia bassa (-1,7%), mentre i vini premium (+12,7%), biologici (+1,4%), vegani (+9,6%) e naturali (+1,8%) sono in crescita.

Imprese italiane best performer 

Nel 2023, il gruppo Cantine Riunite-GIV ha mantenuto la leadership nelle vendite con un fatturato di €670,6 milioni (-3,4% rispetto al 2022). Argea ha confermato il secondo posto con €449,5 milioni (-1,2%), seguita da IWB con €429,1 milioni (-0,3%). La cooperativa Caviro ha superato i 400 milioni di euro (€423,1 milioni, +1,4%). Sette società hanno registrato ricavi tra i 200 e 300 milioni: Cavit (€267,1 milioni, +0,9%), Santa Margherita (€255,4 milioni, -2%), Antinori (€250,3 milioni, +1,9%), La Marca (€225,8 milioni, -4%), Fratelli Martini (€219,6 milioni, +1,1%), Mezzacorona (€217,7 milioni, +2%) e Gruppo Collis (€209,4 milioni, +64,8%). In termini di redditività, Frescobaldi è in testa (29%), seguita da Santa Margherita (18,5%) e Antinori (17%). Fantini Group (96,4%), Ruffino (91,1%) e Argea (89,9%) hanno le più alte quote di export.

I vini DOC e DOCG: fiore all’occhiello regionale 

Nel 2023, il 47,7% del vino italiano è DOP, in aumento rispetto al 38,5% del 2013, mentre i vini IGP sono scesi dal 35% al 27%, avvicinandosi ai vini da tavola (25,3%). Piemonte, Toscana e Veneto sono le regioni principali per DOP. La Toscana produce il 39,3% dei vini DOP nazionali, mentre il 94,6% della produzione piemontese è DOP. Il valore delle DOP e IGT imbottigliate è di 4,3 miliardi di euro in Veneto, 1,4 miliardi in Piemonte e 1,2 miliardi in Toscana. Le aziende toscane mostrano il più alto Ebit margin (16,5%) e Roi (6,3%). Produttori piemontesi e toscani sono grandi esportatori (64,5% e 60,6% del fatturato). Nel 2023, l'export ha trainato la crescita delle imprese in Friuli (+6,1% complessive, +22,3% export), Lombardia (+4,4%; +7,4%) ed Emilia-Romagna (+1,6%; +8,6%). Ottimismo per il 2024 per Emilia-Romagna (+4,6%), Puglia (+4,3%) e Piemonte (+4,2%).

Carta d’identità: impresa familiare in difficoltà sulla Sostenibilità 

Al controllo familiare spetta il 64,8% del patrimonio netto, quota che sale all’81,4% se si considerano anche le cooperative. Gli investitori finanziari partecipano al 10,9% dei mezzi propri: le banche e assicurazioni (5,2%) sono assenti nelle imprese più piccole, mentre i fondi di private equity (4,1% del patrimonio netto) partecipano nei capitali delle principali imprese vinicole indipendentemente dalla loro dimensione. Al diminuire della dimensione cala anche l’incidenza di possesso non italiano, pari al 7,6% dei mezzi propri. Trascurabile il rapporto con i mercati finanziari: solo due società sono quotate all’AIM dal 2015 (Masi Agricola e IWB). La sostenibilità, da migliorare. Solo il 34,9% delle maggiori imprese vinicole italiane redige un Bilancio di Sostenibilità (38,6% i produttori con più di 50 milioni di fatturato). Le principali motivazioni sono: la complessità del processo di validazione o consuntivazione (per il 26,8% delle imprese), mancanza di benchmark o best practice di riferimento (14,3%) la difficoltà a coinvolgere le funzioni aziendali rilevanti e carenza di competenze specifiche (10,7%).

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