08 Febbraio 2022
Nelle scorse settimane è partito il progetto “Ri-formare la Pa. Persone qualificate per qualificare il Paese”, il Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pubblica amministrazione. Un programma straordinario di formazione, digitale e accademica, e di aggiornamento che si snoderà lungo tutto l’arco temporale del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un piano che coinvolgerà ben 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Il piano porterà molti a conseguire la laurea, tanti laureati il diploma di master e corsi di specializzazione, e tutti ad acquisire le competenze necessarie a sostenere le transizioni che il Paese deve affrontare, in primis quella digitale, spiega il ministro della Pa presentando il piano insieme alla ministra dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa.
Peccato però che da questo mega piano nazionale di formazione (anche a distanza) restano fuori le università telematiche che infatti hanno preso carta e penna e preparato una lettera aperta di prossima pubblicazione sulla stampa nazionale che abbiamo potuto visionare in anteprima. "Ill.mo Sig. Ministro per la Pubblica Amministrazione On. Prof. Renato Brunetta, Ill.ma Sig.ra Ministra dell’Università e della Ricerca Prof.ssa Maria Cristina Messa" scrive il Presidente dell'Università Cusano Stefano Bandecchi: "Sono a chiederVi spiegazioni dettagliate sul protocollo d’intesa preso tra i Vostri ministeri". "Ci risulta che nel sistema universitario nazionale siano ancora incluse le università degli studi cosiddette “telematiche” e non riusciamo a capire come sia stato possibile tra Voi creare un accordo che esclude le università in questione, perché non facenti parte della CRUI". Nella lettera, Bandecchi mette in evidenza come ci sia stata la volontà "di escludere parte del sistema universitario nazionale, anche se parte eccellente e considerata dal punto di vista scientifico di altissimo profilo".
Insomma, la battaglia è soltanto agli inizi.
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