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Samsung: lavoro sempre più flessibile In Europa, aumenta la produttività con uno stile di vita ibrido

La ricerca “Hybrid Living Future” condotta da Samsung conferma come oggi le libertà ritrovate siano prioritarie rispetto alla presenza in ufficio. Braun, Chief Marketing Officer di Samsung Europe: “I datori di lavoro devono riflettere su come soddisfare le richieste per uno stile di vita più ibrido”

29 Dicembre 2021

Samsung: lavoro sempre più flessibile In Europa, aumenta la produttività con uno stile di vita ibrido

Lo stile di vita ibrido è diventato oggi la normalità in ambito lavorativo, solo un lavoratore su sette in Europa vorrebbe tornare ad un modello più tradizionale con orari precisi. Secondo una ricerca paneuropea condotta da Samsung “Hybrid Living Futures” e sviluppata in collaborazione con The Future Laboratory, i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati per i cittadini europei, che si sono adattati uno stile di vita sempre più ibrido, dove fisico e virtuale sono sempre più integrati nella vita professionale e in quella privata.

Studio europeo Samsung: stile di vita ibrido, supportato dalla tecnologia, è la nuova normalità post pandemia per gli europei

Lo studio di Samsung, che ha coinvolto oltre 14.000 persone in tutta Europa inclusa l’Italia, scatta una fotografia chiara su come i cittadini europei si siano adattati ad uno stile di vita flessibile e sull’impatto di questa nuova modalità di vita sul futuro delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. Ad emergere sono le nuove esigenze dei lavoratori post pandemia, che desiderano turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati. Solo un lavoratore europeo su sette (il 14%) vorrebbe tornare al modello tradizionale e metà (il 57%) degli europei dichiara di aver aumentato la propria produttività grazie allo stile di vita ibrido.

I lavoratori europei dopo la pandemia hanno assaporato la possibilità di sfruttare tutti i momenti, sperimentando nuove modalità di lavoro che dettano inevitabilmente diversi ritmi. La maggior parte di loro, circa l’86%, che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Situazione in linea anche in Italia (83%), con solo un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18, percentuali che si abbassano ulteriormente se si esce fuori dal Belpaese, Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).

La tecnologia sicuramente è stata di grande aiuto durante l’emergenza sanitaria e ha consentito a più di metà degli europei (51%), di stabilire nuovi confini tra vita personale e vita professionale e ha ridotto la necessità di lavorare in presenza. Per ben sette italiani su dieci, invece quest’ultima ha aiutato ad adattarsi meglio alla nuova routine. Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido. Per adattarsi a questo stile di vita più flessibile quattro italiani su cinque, l’80% circa contro il 66% degli europei, hanno potuto dedicarsi alla cura della casa provvedendo a fare miglioramenti nelle abitazioni per andare incontro alle esigenze richieste dalla nuova quotidianità. Il 42% degli italiani (48% degli europei) ha creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e addirittura il 44% (41% degli europei) ha pensato ad un cambio drastico, traslocando e scegliendo un immobile più adeguato alle nuove esigenze.

 

Ricerca Samsung: il pericolo dell’always-on nella nuova vita ibrida

Secondo lo studio di Samsung “Hybrid Living Futures” lo stile di vita ibrido lascia soddisfatti oggi la maggior parte dei cittadini europei, che dopo un periodo di diffidenza, hanno cominciato ad apprezzare i pro della vita lavorativa flessibile. Il 55% degli italiani ha dichiarato infatti che grazie a uno stile di vita ibrido ha visto un incremento del numero di ore di tempo libero, dedicate alla famiglia nel 47% dei casi e per il 43% trascorse facendo esercizio fisico, migliorando la qualità di alcuni aspetti della quotidianità, tra cui il tempo passato con la famiglia, i momenti di relax e la produttività.

Questo nuovo modo di affrontare la quotidianità, passando più tempo a casa, ha consentito ai lavoratori europei di destreggiarsi sempre di più nella gestione del lavoro e della casa (30%). I lavoratori di Grecia (41%) e Italia (40%) hanno dichiarato di dover pensare sempre di più alla casa e al lavoro in contemporanea. Se guardiamo invece alla Francia e alla Danimarca, la percentuale scende al 36% e al 35%. I lavoratori francesi ad esempio rappresentano una percentuale fortunata, essendo al secondo posto tra coloro che hanno ricevuto sostegno dal proprio datore di lavoro per favorire la separazione tra vita personale e vita professionale, grazie ad alcune iniziative come il sollecito alla disconnessione e la messa a disposizione di tecnologia portatile. Agevolazioni anche per i consumatori danesi che sono al primo posto nell’aver creato nuovi spazi nell’ambito domestico per rispettare i confini.

Tra le tante luci evidenziate nella ricerca di Samsung, ci sono alcune inevitabili ombre che avvolgono lo stile di vita flessibile adottato dagli europei. Se da un lato gli intervistati hanno mostrato grande fiducia e soddisfazione per lo stile di vita ibrido, dall’altro uno su cinque (18%) fatica a staccare dal lavoro e oltre un quarto (26%) ha l’impressione di lavorare ininterrottamente o fino a tardi la sera e c’è anche un 41% di persone che utilizza il tempo risparmiato sui viaggi per svolgere le faccende di casa.  In Italia, la percentuale dei detrattori del lavoro agile si attesta all’11% e secondo il 51% di questi, la nuova modalità incentiva la cultura dell’”always on” o dell’iper-connessione”, molto sviluppata durante la pandemia e considerata da molti esperti nociva per il benessere fisico e piscologico del lavoratore.

 

Vita ibrida, il futuro del lavoro in Europa

Dal documento “Hybrid Living Futures” è emerso quindi che c’è ancora un po’ di incertezza nell’affrontare alcune delle conseguenze del lavoro flessibile, come la cultura dell’”always on”. Circa tre lavoratori europei su cinque (57%) sono alla ricerca di un modo per stabilire un confine tra la propria vita personale e quella professionale; diversa la situazione da paese a paese , il dato sale al 74% per i lavoratori spagnoli e scende invece a poco più di due su cinque (46%) nel Regno Unito. La percentuale italiana, è invece in linea con quella europea e si attesta al 56% del totale.

Per creare connessioni dove prima non c’erano e per creare meno divario possibile tra le nuove situazioni lavorative interviene, come spesso accade, la tecnologia smart. La ricerca riporta che le nuove tecnologie hanno aiutato il 65% dei lavoratori in Europa ad adattarsi alle nuove routine, il 72% in Italia, mentre più della metà dei lavoratori (51% in Europa contro 53% in Italia) ha dichiarato di vedere nelle tecnologia un alleato per stabilire nuovi confini e soprattutto per riprendere il controllo sulla propria vita. La situazione però non è ancora stabile soprattutto da parte di chi dovrebbe fornire questi mezzi per la gestione della nuova modalità di vita e lavoro, l’83% dei lavoratori europei (84% in Italia) infatti è ancora alla ricerca di una tecnologia più efficace e di maggiore supporto da parte del datore di lavoro.

Meik Wiking, fondatore e CEO di The Happiness Institute, che ha collaborato con Samsung per sondare il futuro dei modelli lavorativi, spiega: “Man mano che la flessibilità entra nelle nostre vite e i confini con il “presenteismo” si fanno sfocati e non ben definiti, le persone cercano una guida per trovare il giusto equilibrio tra produttività e benessere in un momento in cui lo stile di vita ibrido fa emergere una serie di sfide”.

“La tecnologia smart - aggiunge Wiking - ha aiutato gli europei a destreggiarsi tra vita personale e vita professionale, tanto che uno su cinque utilizza già l’Internet of Things e i dispositivi smart, tuttavia ci sono ancora ampi margini di miglioramento. In prospettiva, è probabile che la tecnologia assuma il compito di monitorare non solo il nostro benessere fisico, ma anche la nostra salute mentale e la nostra felicità, e che i dispositivi smart diventino i nostri ‘assistenti del benessere.”

Benjamin Braun, Chief Marketing Officer di Samsung Europe, commenta: “Questo è un nodo cruciale perché le aziende agiscano correttamente sul fronte dello stile di vita ibrido. Il rapporto evidenzia che ora i lavoratori si sentono autorizzati a mettere in primo piano le proprie esigenze e, con il progressivo allentamento delle restrizioni a livello globale e la maggiore mobilità, alle aziende non resta che attrezzarsi per affrontare la sfida. La pandemia ha accentuato la nostra dipendenza dalla tecnologia per svolgere attività che fino a poco tempo fa erano analogiche e ora che il “presenteismo” è diventato fuori moda, i datori di lavoro devono riflettere con attenzione su come soddisfare le richieste per uno stile di vita più ibrido”.

 

Rispettare i confini tra vita domestica e lavorativa, alcuni consigli utili

Per stabilire dei confini più solidi tra la vita domestica e quella lavorativa e per gestire meglio lo stile di vita ibrido, Meik Wiking, CEO di The Happiness Research Institute, rivela a tutti i lavoratori una serie di consigli utili, provenienti da varie culture e paesi.

 

Il “brain brushing” bhutanese

Il Bhutan, regno buddista sull'Himalaya orientale, è famoso per l’attenzione alla Felicità Interna Lorda. Se siamo alla ricerca della felicità, anche nella routine lavorativa, dovremmo guardare alla pratica del brain brushing. Questo consiste in un semplice esercizio di mindfulness usato nelle scuole in Bhutan, durante il quale restando in silenzio, ci si concentra sulla propria respirazione per cinque minuti per staccare dal costante brusio del lavoro. Quando si finisce il lavoro bisogna liberarsi di computer e relativi accessori, il cervello deve riposare e non pensare agli impegni.

 

Pranzo conviviale in Francia

In Francia invece per ottemperare alle conseguenze del lavoro in solitudine da casa, si può decidere di mangiare in compagnia di altre persone, invitando i vicini a pranzo o gli amici in modalità virtuale. Un pranzo in compagnia risolleva umore e morale.

 

In Olanda operazione di buon vicinato

Secondo gli olandesi “è meglio avere un buon vicino che un amico lontano”. Oltre al famoso detto locale per i lavoratori dei Paesi Bassi, che celebrano la “Giornata del buon vicinato”, è importante vivere in contesti di vicinato coinvolto regolarmente in determinate attività. Scambiarsi gentilezze e fare conoscenza è un modo per affrontare al meglio il lavoro da casa.

 

La natura e la pratica giapponese dello Shinrin-yoku

Un dato costante che emerge dalle ricerche sul benessere dimostra che le persone si sentono più felici quando sono a contatto con la natura. Torna utile allora la pratica giapponese dello Shinrin-yoku, che significa “bagno nella foresta” e prevede l’immersione totale nei panorami di un ambiente naturale per migliorare il proprio benessere. Andare in ufficio a piedi e lasciarsi conquistare dal mondo che vi circonda, delle sedute di meditazione guardando fuori dalla finestra, prendersi delle pause e passeggiate intorno all’isolato guardando ciò che vi circonda, possono sicuramente aiutare.

 

Stabilire i confini

Sia che siate un manager che un semplice dipendente è importante, se non fondamentale in questo tipo di rapporto lavorativo flessibile, fissare dei confini, oltre i quali non si dovrebbe andare, salvo situazioni di vera urgenza. Ci devono essere confini nel comprimere le attività da svolgere nel tempo giusto, cercando di non andare oltre. Importante fare questo anche in casa, delimitando il vostro spazio di lavoro in modo che chi è con voi sappia quando non dovete essere disturbati.

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