04 Novembre 2025
Fonte: imagoecnomica
Giorgia Meloni ha pubblicato la dichiarazione dei redditi 2025 in anticipo rispetto a tutti i leader politici, firmata il 28 ottobre e ufficializzata sulla pagina ufficiale della Camera dei Deputati. Il documento mostra un calo netto del reddito complessivo, sceso a 180.081 euro: meno della metà dei 459.460 euro dichiarati nel 2024 e inferiore anche ai 293.531 euro del 2023. Il dato resta di poco superiore a quello del 2022 (160.706 euro), quando la leader di Fratelli d’Italia era appena entrata a Palazzo Chigi.
La riduzione è dovuta principalmente al venir meno dei diritti d’autore sui suoi libri, in particolare Io sono Giorgia(2021) e La versione di Giorgia (2023), che avevano contribuito ad alzare sensibilmente il reddito negli anni precedenti.
Secondo fonti vicine alla premier, i guadagni potrebbero risalire nel 2026 grazie all’edizione americana del nuovo libro “Io sono Giorgia: le mie radici, i miei principi”, presentata anche dal presidente statunitense Donald Trump, che ha elogiato pubblicamente l’autobiografia definendola “una fonte di ispirazione”.
Nella nuova dichiarazione, le imposte lorde risultano pari a 69.340 euro, mentre le imposte nette scendono a 63.060 euro, grazie a detrazioni per un totale di 6.274 euro.
Tra queste figurano:
Nel documento, come già accaduto negli anni precedenti, la firma della premier e lo stato civile risultano oscurati, una scelta motivata dal rispetto della privacy della sua sfera personale.
La novità più rilevante della dichiarazione patrimoniale è l’acquisto definitivo della nuova abitazione come prima casa, nel quartiere Eur-Tre Pini di Roma. L’anno precedente era stato registrato soltanto il preliminare.
Per l’acquisto, la premier ha acceso un mutuo ipotecario da 200mila euro con Banca Mediolanum il 23 dicembre 2024, della durata di 15 anni e con rate mensili da 1.390,80 euro. Il contratto prevedeva un tasso fisso del 3,10% per i primi dieci anni, destinato poi a diventare variabile.
Tuttavia, il 10 giugno 2025, Meloni ha esercitato il diritto di surrogazione previsto dal decreto legislativo 385/1993, trasferendo il mutuo in un altro istituto bancario – probabilmente Intesa Sanpaolo, che gestisce i conti della maggior parte dei parlamentari – a condizioni più vantaggiose.
L’acquisto del villino è stato finanziato in parte con i proventi dei diritti d’autore accumulati negli ultimi anni, a conferma di come la carriera editoriale della premier abbia avuto un peso determinante nelle sue finanze personali.
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