28 Luglio 2023
Irrituale l’ennesima sparata di Mattarella? Se non ha fatto altro in un decennio di anomalo mandato. Rituale, ritualissima: questo democristiano di truppa, messo al vertice dalle solite alchimie parlamentari, di cui molto si vantò Renzi, leader da 2%, è il primario responsabile di un sistema, per dire un assetto di potere totalmente succube dell’Europa, capace di scatenare il regime autoritario con pretesti sanitari: oggi continua con la scusa del clima, la cui emergenza sarebbe la seguente: il sud pullula di piromani assoldati dalla mafia, ma la colpa è dei cambiamenti climatici; a Milano volano via 400 piante come stuzzicadenti, per raffiche di vento a 100 km orari, non a 1000, nessuna manutenzione in dieci anni, radici fradicie, potature nulle, ma la colpa è dei cambiamenti climatici; nel Lazio aboliscono 150 corse regionali perché treni e traversine non reggono il caldo sotto i 40 gradi e scatta l’indennità di calore, insomma nessuno lavora e paga lo stato. La farsa è evidente, la truffa pure ma Mattarella vuole vietare il confronto, la circolazione delle opinioni che è sostanza democratica, come già sotto il Covid; già che c’è, non perde occasione per avvertire la commissione d’inchiesta, in sé velleitaria, insomma faccia finta, giochi se crede ma poi niente dovrà trapelare. Avendo il diretto interessato coperto o avallato ogni decisione sciagurata in merito, si spiega bene. Irrituale o eversivo? Pretendere che il Parlamento rinunci a commissioni d’inchiesta come previsto in Costituzione è come minimo stravagante, ma lo stato autoritario, il congelamento delle prerogative democratiche, il ricatto sanitario, la costrizione a farsi somministrare sostanze, col senno di poi, altamente tossiche, erano forse legittimi, stavano nel solco della tradizione democratica e della Costituzione?
Una carica che la Carta aveva stabilito poco più che di mera rappresentanza, è stata costantemente colonizzata dalla sinistra democristiana e postdemocristiana che la ha manipolata fino a renderla principale attore politico, immancabilmente a sinistra: un controsenso non esattamente regolare, al punto da indurre a sognare un capo del governo incazzato: apprendo con sconcerto delle recenti uscite del Colle, che invito a restare nel solco delle sue prerogative, di rappresentanza, senza fomentare divisioni, odii, senza faziosità e senza pretendere di dettare la linea politica, che spetta al governo, o quella democratica che spetta al popolo; per cui, o il Colle torna nei suoi ranghi, o il presidente del Consiglio si toglie lui di mezzo, non essendo né possibile, né legittimo, né dignitoso un andazzo di questo genere.
Ma la nostra Meloni, come tutti, vuol durare, si è rimangiata qualsiasi presupposto una volta entrata nella stanza dei bottoni e di Thatcher ne nascono pochissime e mai da queste parti. Sarebbe almeno da chiedere al democristiano 83enne su quali basi fondi le sue convinzioni in tema di contagi e di clima, convinzioni che di scientifico non hanno niente e tutto invece conservano come legato al pensiero dominante, alla cosiddetta agenda 2030 che ha per missione l’autoritarismo omogeneizzante e la scomparsa dell’individuo che pensa, discute, magari sfonda, ma che fin qui nessuno aveva preteso di ricondurre a silenzio e a reclusione domiciliare o ospedaliera. Davvero non debbono essere ascoltati i Montagnier e i Clauser a beneficio di Greta, Carola Rackete, Ilaria Capua e Mario Tozzi? Altro che negazionisti, siamo se mai alla negazione del pensiero, dell’espressione e del condizionatore, come già con Draghi, il delfino silurato: i risultati sono puntualmente tragici. Forse verranno a prendere a casa anche noi, ci porteranno via gli strumenti di lavoro, non avendo più niente questo paese di democratico e di autenticamente garantista, ma la sostanza va pur detta ed è di una politica men che mediocre, patologicamente autoritaria, impreparata, incline alla menzogna adottata come assioma a mezzo di parassiti, virologi, agitatori, provocatori, servi sciocchi. Più emergono gli errori e le bassezze in seno alle istituzioni ai tempi del Covid e più si pretende, caso unico nel mondo, di soffocarle e chi lo pretende è anzitutto il primo che dovrebbe chiederne conto. Oggi si arriva a livelli di isteria troppo sospetti, senza soluzione di continuità, sul clima, si riscontrano le stesse violenze, le stesse intimidazioni, un candidato al vertice dell’Istituto Superiore di Sanità può mostrare una vignetta dove i “negazionisti” giacciono dietro al filo spinato di un campo di concentramento, insulti e minacce sono tornati a svolazzare per chi non si allinea, le chiusure che uniscono morbi di là da venire e assurde apocalissi climatiche sono a un passo e la legittimazione viene affidata agli stessi del “voglio vedervi morti, Dio vi maledica, meritate il cancro fulminante”, che però, a quanto pare, ma non deve essere detto, coglie i plurivaccinati. Di fronte a questa nuova esplosione di furia omicida e di irrazionalità un Presidente avrebbe di ricondurre a ragione, tutelare il dissenso civile, da ogni parte, e fermarsi lì; invece Mattarella esonda, avverte, entra con interventi spaccagambe, non accetta il dissenso sul clima come sul Covid, dall’alto della sua carica non di scienziato ma di sommo burocrate che blinda un potere sempre meno comprensibile, sempre più inquietante se non spaventoso.
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