Sudan, ong accusano Rsf di "violenze sessuali sistematiche": "Almeno 1300 incidenti dal 2023, stuprati anche bambini sotto i 4 anni"

Secondo le ong, gli stupri rappresentano oltre tre quarti dei casi documentati; 225 riguardano bambini, alcuni di appena quattro anni

Un’organizzazione per i diritti delle donne ha documentato quasi 1.300 casi di violenza sessuale in tutto il Sudan, devastato dalla guerra, attribuendo la stragrande maggioranza degli abusi alle Forze di Supporto Rapido (RSF). Giovedì, la Strategic Initiative for Women in the Horn of Africa (SIHA) ha pubblicato un rapporto in cui afferma di aver verificato 1.294 episodi in 14 stati del Paese dall’inizio della guerra civile, nell’aprile 2023.

Sudan, ong accusano Rsf di "violenze sessuali sistematiche": "Almeno 1300 incidenti dal 2023, stuprati anche bambini sotto i 4 anni"

Il documento evidenzia come la violenza sessuale sia diventata un’arma sistematica del conflitto, una delle manifestazioni più brutali di quella che le organizzazioni umanitarie definiscono la maggiore crisi umanitaria del mondo. La rete SIHA attribuisce l’87% dei casi con autori identificati ai combattenti RSF, descrivendo le violazioni come “diffuse, ripetute, intenzionali e spesso mirate”, e non come episodi isolati.

Gli stupri rappresentano oltre tre quarti dei casi documentati; 225 riguardano bambini, alcuni di appena quattro anni.

Secondo SIHA, l’avanzata territoriale delle RSF segue uno schema preciso in tre fasi: prime incursioni nelle case con saccheggi e stupri; successivi attacchi negli spazi pubblici man mano che il controllo militare si consolida; infine detenzioni prolungate di donne sottoposte a torture, stupri di gruppo e matrimoni forzati.

Donne e ragazze appartenenti a tribù non arabe del Darfur, tra cui i Masalit, i Berti, i Fur e gli Zaghawa, sono state prese di mira direttamente,” si legge nel rapporto. Nello stato di Al-Gezira, testimoni raccontano che le forze RSF selezionavano ragazze e donne dalla pelle più chiara, tra i 14 e i 30 anni, come “trofei”.

La scorsa settimana, il Sudan Doctors Network ha registrato 19 nuovi casi di stupro nel campo di al-Afad, ad al-Dabba, dove donne in fuga da Al-Fashir sono state aggredite dai combattenti. Due sopravvissute sono incinte e stanno ricevendo cure.