Israele, 114 ergastolani palestinesi nelle carceri di Nebulus, Ramallah e Hebron, Asra: “Torturati, picchiati e violentati nelle prigioni della morte"
L'ufficio stampa dei prigionieri palestinesi ha dichiarato essere 114 il numero di ergastolani rinchiusi nelle carceri israeliane. Asra ha espresso la sua preoccupazione nei confronti delle loro condizioni: "Storia umana di privazioni tra torture, abusi e violenze"
Sono 114 i prigionieri palestinesi condannati all’ergastolo nelle carceri israeliane - come quelle di Ramallah, Nablus e Hebron - secondo quanto riferito dall’ufficio stampa dei detenuti palestinesi Asra. L’organizzazione ha confermato che tutti rimarranno nelle strutture di detenzione israeliane, un annuncio che ha accresciuto il clima di paura e preoccupazione tra le famiglie dei reclusi e delle associazioni umanitarie. "Le condizioni dei 114 palestinesi stanno peggiorando – ha denunciato Asra – “Vengono torturati, picchiati e violentati nelle prigioni della morte".
Israele, 114 ergastolani palestinesi nelle carceri di Nebulus, Ramallah e Hebron, Asra: “Torturati, picchiati e violentati nelle prigioni della morte"
Da anni, le prigioni israeliane sono al centro di accuse di repressione sistematica, violenza e trattamenti disumani contro i detenuti palestinesi, molti dei quali condannati sulla base di procedimenti giudiziari considerati privi di garanzie minime. Le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari continuano a destare allarme tra Ong e osservatori internazionali, che parlano apertamente di un sistema concepito per spezzare la resistenza dei prigionieri. Le pratiche cruente messe in atto dalle forze israeliane non si esauriscono nel solo contesto penitenziario, ma si inseriscono in una più ampia dinamica repressiva che, secondo numerose Ong e osservatori internazionali, caratterizza da anni l’azione militare di Tel Aviv contro il popolo palestinese. A Gaza, come in Cisgiordania, il conflitto genocidiario – continua a essere segnato da violenze sistematiche e da forme di repressione disumane nei confronti della popolazione palestinese.
Secondo i dati resi noti dall’ufficio affiliato ad Hamas, la struttura con il numero più elevato di ergastolani è Hebron, considerata da molti come una vera e propria “città-prigione”, con 28 detenuti. Seguono Nablus con 21, Ramallah con 17, poi Jenin con 9, Tulkarem con 7, Betlemme con 4, Gerico con 3, mentre Qalqilya e Salfit ne contano 2 ciascuna. A ciò si aggiungono 3 prigionieri provenienti da Gerusalemme Est e 2 dalla Striscia di Gaza, anch’essi condannati all’ergastolo. Numeri che delineano un quadro di detenzione estesa e spesso arbitraria, aggravato – denuncia Asra – da "condizioni disumane e inaccettabili". L'ufficio ha affermato che ognuno di questi prigionieri porta con sé "una storia umana di privazioni", avvertendo che le loro condizioni stanno peggiorando a causa del perdurante stato di emergenza nelle carceri israeliane e dell'escalation di percosse e abusi, in particolare contro gli ergastolani e i leader del movimento dei prigionieri.
Le prove della violenza sistematica all'interno delle carceri israeliane
A conferma delle accuse, negli ultimi mesi sono emerse immagini scioccanti dai centri di detenzione israeliani: fotografie e riprese che mostrano detenuti ammanettati, costretti a stare chinati a terra, trascinati da soldati israeliani mascherati e in assetto antisommossa. Scene che testimoniano una violenza sistematica e che Tel Aviv continua a negare, nonostante le prove circolino ormai in modo incontrollato. Le immagini trapelate mostrano file di prigionieri piegati in avanti, umiliati, spinti e insultati mentre vengono condotti nei corridoi delle carceri o nei cortili di cemento. Molti appaiono scalzi, in abiti deteriorati e evidentemente denutriti. Alcuni vengono lasciati inginocchiati per ore, altri vengono ammassati in spazi angusti sotto la sorveglianza di militari armati. Situazioni che confermano le denunce reiterate di Ong come Addameer e B’Tselem, che parlano di un "drastico peggioramento delle condizioni di detenzione": pestaggi, privazione di cibo e cure mediche, isolamento prolungato, vessazioni quotidiane.
Il quadro delineato da Asra e dalle organizzazioni per i diritti umani riflette un sistema carcerario che, lontano dal rispettare gli standard internazionali, continua a generare dolore, soprusi e morte. Per i 114 ergastolani palestinesi detenuti oggi in Israele, la prospettiva resta quella di una vita intera dietro le sbarre, in prigioni che le associazioni definiscono senza esitazione "prigioni della morte".