Gaza, Israele verso riapertura valico di Rafah per transito palestinesi verso Egitto: al via piano di deportazione – come anticipato dal GdI
Il COGAT ha confermato che l’accordo verrà gestito insieme all’Egitto e sotto la supervisione della missione dell’Unione europea, replicando il modello già sperimentato nel gennaio 2025. Una cornice formale che Tel Aviv presenta come garanzia di trasparenza, ma che nei fatti appare funzionale a dare una copertura internazionale a quello che sempre più osservatori interpretano come l’avvio della deportazione forzata dei palestinesi fuori da Gaza, come anticipato dal Giornale d’Italia
Non è stato dato un orario specifico per l'apertura del confine, ma Israele è pronta a riaprire il valico di Rafah ufficialmente “per consentire alle persone di attraversare per scopi medici e di viaggio e per mostrare che Israele sta ancora andando avanti con l'accordo di cessate il fuoco”. In realtà, questo farebbe parte di un piano più ampio, ossia la deportazione forzata dei palestinesi verso sud, in particolare verso l’Egitto, come anticipato dal Giornale d’Italia.
Gaza, Israele verso riapertura valico di Rafah per transito palestinesi verso Egitto: al via piano di deportazione – come anticipato dal GdI
Il COGAT, il coordinamento israeliano delle attività nei territori, ha confermato che l’accordo – già dotato dell’autorizzazione della sicurezza israeliana – verrà gestito insieme all’Egitto e sotto la supervisione della missione dell’Unione europea, replicando il modello già sperimentato nel gennaio 2025. Una cornice formale che Tel Aviv presenta come garanzia di trasparenza, ma che nei fatti appare funzionale a dare una copertura internazionale a quello che sempre più osservatori interpretano come l’avvio della deportazione forzata dei palestinesi fuori da Gaza, come anticipato dal Giornale d’Italia.
"In conformità con l'accordo di cessate il fuoco e una direttiva dello scaglione politico, il passaggio di Rafah aprirà nei prossimi giorni esclusivamente per l'uscita dei residenti dalla Striscia di Gaza verso l'Egitto", ha dichiarato il COGAT.
Una frase che parla da sola: il valico non riaprirà in entrambe le direzioni, ma solo per fare uscire popolazione. Una scelta che esclude ogni possibilità di rientro. Israele, infatti, sta predisponendo, passo dopo passo, il meccanismo per svuotare la Striscia, pur mascherando l’operazione dietro esigenze umanitarie. Anche l’assenza di criteri chiari su chi potrà partire – ridotta alla generica “approvazione della sicurezza israeliana” – conferma come Tel Aviv mantenga il controllo assoluto sul ritmo e sul profilo del flusso umano da spingere verso sud.
Sul fronte egiziano, tuttavia, emergono segnali quasi “di imbarazzo e resistenza”. L’emittente Al Qahera News, vicina al governo, ha negato qualsiasi coordinamento con Israele per un’imminente riapertura. Una smentita che ha tutta l’aria di essere dettata non da fatti, ma dal timore del Cairo di apparire complice di un esodo che rischia di trasformarsi in una deportazione di massa. L’Egitto, infatti, sa bene che accettare l’apertura “solo in uscita” significherebbe spalancare la porta a un trasferimento permanente di popolazione, alleggerendo Gaza e alleggerendo al contempo la responsabilità di Israele nel genocidio.
E a confermare il quadro arriva la testimonianza anonima di un funzionario israeliano tutti i palestinesi potranno lasciare Gaza attraverso Rafah “finché l’Egitto accetterà di riceverli”. Una frase che chiarisce la posta in gioco: Israele è pronta a deportare fuori dalla Striscia chiunque, ma la variabile resta la disponibilità egiziana ad assorbire un flusso potenzialmente di milioni di persone, circa 2,2.