Francia, ricorso di Sarkozy respinto da Cassazione, definitiva condanna a 1 anno per “false fatture presidenziali” durante campagna elettorale 2012

L’inchiesta aveva già rivelato come, per occultare i costi realmente esplosivi della campagna del 2012 – circa 43 milioni di euro contro i 22,5 milioni consentiti dalla legge – fosse stato creato un sofisticato sistema di doppia fatturazione

La Corte di Cassazione francese ha messo la parola fine al caso Bygmalion respingendo il ricorso presentato da Nicolas Sarkozy. L’ex presidente, già condannato in appello il 14 febbraio 2024, vede così diventare definitiva la sentenza a 1 anno di reclusione, di cui 6 mesi da scontare obbligatoriamente, per il "finanziamento illegale della sua campagna presidenziale del 2012", quando cercò di occultare 43mln di euro di costi, a fronte dei 22,5mln consentiti, con un sistema di doppia fatturazione. Per Sarkozy si tratta della seconda condanna penale definitiva, dopo quella emersa dal dossier Bismuth sulle intercettazioni.

Francia, ricorso di Sarkozy respinto da Cassazione, definitiva condanna a 1 anno per “false fatture presidenziali” durante campagna elettorale 2012

La Corte di Cassazione ha confermato in toto l’impianto accusatorio costruito attorno al meccanismo delle spese elettorali gonfiate e mascherate. Nella sentenza, si legge “che è stato accertato il finanziamento illecito di una campagna elettorale”. E ancora: “Infatti, il candidato ha personalmente dato il consenso al suo staff affinché sostenesse per suo conto le spese della campagna, pur sapendo che tali spese avrebbero comportato il superamento del limite stabilito dalla legge”, riporta Bfmtv.

L’inchiesta aveva già rivelato come, per occultare i costi realmente esplosivi della campagna del 2012 – circa 43 milioni di euro contro i 22,5 milioni consentiti dalla legge – fosse stato creato un sofisticato sistema di doppia fatturazione. Una parte consistente delle spese degli eventi e dei grandi comizi venne scaricata sull’allora UMP, oggi Les Républicains, tramite accordi fittizi con la società di comunicazione Bygmalion.

Il meccanismo, giudicato pienamente provato, aveva permesso di aggirare i limiti imposti dalla normativa sul finanziamento politico, configurando secondo i giudici un consapevole superamento dei tetti di spesa da parte del candidato stesso.