Israele, chi è Ron Dermer, ex ministro Affari Strategici: consigliere di Netanyahu dal 2003 e la mente dietro politica espansionista Tel Aviv

Il ministro uscente Ron Dermer lascia il governo Netanyahu dopo aver portato avanti la linea dura su Gaza e la strategia anti-Iran, rafforzando l’asse con Washington

È di pochi giorni fa la notizia delle dimissioni di Ron Dermer dal suo incarico di ministro degli Affari Strategici di Israele. Fedelissimo consigliere del premier Benjamin Netanyahu dal 2003, al potere da oltre 20 anni, Dermer ha rappresentato una delle menti più influenti dietro la politica espansionista di Tel Aviv.

Israele, chi è Ron Dermer, ex ministro Affari Strategici: consigliere di Netanyahu dal 2003 e la mente dietro politica espansionista Tel Aviv

Ron Dermer, ministro per gli Affari Strategici e consigliere di fiducia di Benjamin Netanyahu da oltre vent’anni, ha annunciato le sue dimissioni dichiarando di aver “completato la missione”. Figura centrale nella diplomazia parallela israeliana, Dermer ha plasmato alcune delle decisioni più controverse del governo: dal genocidio a Gaza alla pressione per ridefinire gli equilibri regionali del Medio Oriente.

Durante l’offensiva israeliana sulla Striscia dopo il 7 ottobre 2023, Dermer è stato tra i principali sostenitori della linea durissima di Netanyahu, minimizzando al contempo la catastrofe umanitaria. In interviste internazionali denunciò la fame diffusa come una “menzogna di Hamas”, arrivando a mostrare “mercati pieni” come prova. Tuttavia, rapporti della Onu hanno successivamente confermato la realtà della carestia come conseguenza diretta del blocco israeliano, contraddicendo nettamente le sue affermazioni.

Parallelamente, Dermer ha rafforzato la narrativa israeliana che identifica l’Iran come principale nemico regionale. Ha definito Teheran e i suoi alleati “l’asse del terrore” e richiesto una strategia congiunta Usa-Israele per “neutralizzare” il programma nucleare iraniano. In qualità di emissario politico, ha incontrato Donald Trump in più occasioni, anche durante i negoziati Usa-Iran: incontri che, secondo rivelazioni di stampa, avrebbero contribuito alla brusca svolta americana verso l’attacco militare del 2024.

La sua influenza negli Stati Uniti è di vecchia data. Da ambasciatore a Washington, Dermer fu tra i principali oppositori dell’accordo sul nucleare iraniano del 2015, organizzando un’intensa campagna di lobbying contro l’amministrazione Obama. Nel 2004 sosteneva pubblicamente l’invasione statunitense dell’Iraq, cofirmando con Natan Sharansky un libro che promuoveva la “democrazia preventiva” come strumento geopolitico.

Secondo analisti israeliani, Dermer rappresenta la fusione tra ideologia neoconservatrice e dottrina sionista revisionista: una visione che mira a ridefinire il Medio Oriente riducendo al minimo la questione palestinese, contenendo l’influenza iraniana e mantenendo una dipendenza strategica dagli Stati Uniti.

Le sue dimissioni arrivano in un momento cruciale per Israele, ancora impegnato su più fronti militari e diplomatici. I suoi sostenitori parlano di “missione compiuta”. I critici, invece, temono che il suo lascito sia un Medio Oriente ancora più instabile e polarizzato.