Yemen, Houthi annunciano: "Smantellata rete di spionaggio congiunta Cia, Mossad e Arabia Saudita, operava in tutto Medio Oriente"

I ribelli Houthi dichiarano di aver arrestato membri di una rete di spionaggio CIA-Mossad-saudita in Yemen. Washington, Riyad e Israele non commentano le accuse

I ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato di aver "smantellato una rete di spionaggio congiunta di Cia, Mossad e degli 007 dell'Arabia Saudita". Secondo i servizi segreti Houthi, la rete avrebbe operato in Medio Oriente per anni e si trovava su suolo saudita.

Yemen, Houthi annunciano: "Smantellata rete di spionaggio congiunta Cia, Mossad e Arabia Saudita, operava in tutto Medio Oriente"

I ribelli Houthi dello Yemen hanno annunciato di aver smantellato una presunta “rete di spionaggio congiunta” gestita, secondo le loro accuse, dalla Cia, dal Mossad israeliano, dai servizi segreti sauditi e dall’intelligence militare israeliana. In un comunicato diffuso dal Ministero dell’Interno controllato dagli Houthi, il gruppo ha affermato di aver arrestato diversi membri della rete, accusandoli di operare in territorio yemenita sotto il comando diretto dell’Arabia Saudita.

Secondo la ricostruzione fornita dai ribelli, la “sala operativa” del network avrebbe avuto sede in Arabia Saudita e coordinato cellule indipendenti ma collegate, attive in diverse regioni dello Yemen. Il centro di comando, affermano gli Houthi, avrebbe fornito attrezzature avanzate di sorveglianza e comunicazione, mentre ufficiali americani, israeliani e sauditi avrebbero addestrato gli agenti coinvolti.

Gli arrestati – mostrati in video diffusi dall’agenzia Saba controllata dal movimento – sarebbero stati incaricati di raccogliere informazioni su basi militari, depositi di armi, rampe di lancio di missili e siti di produzione di droni. Il gruppo ha anche sostenuto che la rete monitorasse i movimenti di comandanti yemeniti e di esponenti politici, oltre a fornire coordinate per attacchi aerei su infrastrutture civili e militari.

Nei filmati diffusi, alcuni dei presunti membri del network appaiono mentre “confessano” le loro attività, ma secondo osservatori indipendenti sembrano leggere dichiarazioni scritte, sollevando dubbi sull’autenticità delle testimonianze. Le accuse, inoltre, non sono state verificate da fonti terze e non hanno ricevuto conferme né dagli Stati Uniti né da Israele o dall’Arabia Saudita.